Il senatore Antonio Azzollini è stato nuovamente ascoltato dalla Giunta delle Immunità del Senato presentando una memoria di nove pagine. Il presidente della commissione Bilancio in Senato si reputa estraneo ai fatti, attaccando i relatori dell’emendamento che avrebbe favorito l’ente Casa di Cura della Divina Provvidenza. Nel testo il senatore molfettese sostiene che l’emendamento che per due anni avrebbe garantito all’amministrazione della casa fondata da Don Uva a Bisceglie di non versare tributi e contributi sarebbe stato firmato da Paolo Tancredi (Pdl) e Giovanni Legnini (Pd), due membri della commissione Bilancio. Continuando la sua difesa, Azzollini ricorda come i magistrati tranesi non considerino tanto il suo impegno legislativo come contropartita”e dunque quale condotta attraverso la quale si è concretizzato l’abuso” , quanto che lui “forte della propria qualifica di Senatore della Repubblica” si sia intromesso nella gestione dell’ente “imponendo ai vertici” la presenza di uomini fidati. Il senatore giudica questa situazione una ipotizzabilità astratta in cui si arriva a ridurre la responsabilità solo alla sua persona. “Il ruolo e la funzione di parlamentare – conclude Azzollini – espressione di un territorio e portatore di istanze e tematiche di interesse collettivo, rischia di essere destabilizzato dalla assiomatica, fantasiosa eindimostrata costruzione della procura di Trani“. Intanto Giovanni Legnini ha risposto alle accuse, dichiarandosi estraneo dai fatti e aggiungendo che all’epoca della firma non conosceva l’istituto di cura Divina Provvidenza. Il presidente della Giunta Dario Stefàno, dopo l’ultima udienza concessa ad Azzollini, si riserverà un periodo per decidere: “Presenterò la mia relazione conclusiva mercoledì primo luglio alle 20”.
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