Polemizzano. Fanno pace. Poi tornano a punzecchiarsi. Quindi riportano nuovamente il sereno nel centrosinistra. Va avanti così da un po’ di tempo tra Nichi Vendola e Michele Emiliano. Trovare il giusto equilibrio tra i due appare sempre cosa complicata.
Adesso, però, c’è di mezzo la campagna elettorale e il governatore di Puglia uscente e l’aspirante presidente sanno che non è il momento di veleni e dispetti.
Fiera del Levante di Bari. Sala gremita da coloro i quali hanno deciso di stare con la lista civica-politica voluta da Vendola, “Noi a sinistra per la Puglia”.
Michele Emiliano è imbarazzato. Si vede. Lo dice. Scioglie gradualmente la sua tensione e rimarca le differenze tra lui e Vendola. Ma promette che se dovesse diventare presidente della giunta regionale, di Nichi Vendola avrà bisogno. Il governatore annuisce, applaude alcuni passaggi di Emiliano. E’ il segno che la ricomposizione è fatta dopo le ultime stoccate tra i due: le scelte di Emiliano di aprire la coalizione ad alcuni esponenti lontani dalla sinistra o il battibecco con Guglielmo Minervini, tessera del Pd ma in lista con Vendola, sono stati, ad esempio, le ragioni delle ultime frizioni. Adesso, a sentire i due, il centrosinistra può viaggiare unito in vista del voto del 31 maggio.
Michele Emiliano annuncia, in caso di successo, un coinvolgimento forte con i partiti del centrosinistra e la chiamata a raccolta dei pugliesi in estate per delineare le linee guida del programma che la coalizione dovrà votare nel primo consiglio regionale.
“Sei un uomo raffinato e delicato rispetto ai miei principi barbari ma con il mio metodo cercherò di fare del mio meglio”, promette Emiliano.
“Ti ringrazio presidente, per tutta la sofferenza che hai messo nel tuo mandato. E’ stata, questa, la misura della tua forza per ottenere risultati”.
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