Tanti applausi e una pioggia di selfie. È stata questa l’accoglienza riservata dai baresi alla ministra per le Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, che ieri ha partecipato ad un incontro per promuovere le ragioni del sì al referendum costituzionale. La sala 8 del nuovo Centro congressi della Fiera del Levante si è riempita in ogni ordine di posto per assistere al dibattito a cui hanno partecipato anche il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra, e il sindaco di Bari Antonio Decaro.
“Le obiezioni di chi sostiene il no sono dei falsi problemi – ha esordito la ministra in apertura – in questi due anni ci siamo posti le stesse domande e le abbiamo superate”. La Boschi ha spiegato che il governo Renzi “si è assunto la responsabilità di chiedere la modifica della costituzione” e ha sottolineato la legittimità del Parlamento in carica perché “una sentenza della Corte costituzionale ha ritenuto illegittima la legge Calderoli”.
La riforma pensata dal governo prevede il superamento del bicameralismo paritario: “Stiamo cercando di cambiare una parte della costituzione – aggiunge la ministra – che già nel 1947 destava dei dubbi. Con la nuova riforma soltanto la Camera sarà legata dal rapporto di fiducia con il governo. Questa scelta concede maggiore stabilità e permette di programmare meglio il lavoro. Superare il bicameralismo significa anche abolire il ‘ping-pong’ delle leggi tra Camera e Senato. Abbiamo bisogno di approvare le leggi in maniera più rapida”.
La ministra si è soffermata anche sui cambiamenti che la riforma prevede per il Senato: “Il nuovo Senato sarà composto da 100 sindaci e consiglieri regionali che non percepiranno indennità aggiuntive. In questo modo i primi cittadini potranno portare direttamente a Roma le questioni da risolvere nelle proprie città. Il meccanismo è nuovo e risulta più complicato da spiegare, ma in realtà facilità il compito del Senato”.
La Boschi ha infine affrontato uno dei punti cruciali della riforma, quello della riduzione dei poteri delle regioni: “In questi anni le regioni non hanno funzionato bene – continua la ministra – perciò adesso alcune competenze tornano in capo allo Stato. Tuttavia chiediamo ai consiglieri regionali di far parte del Senato, quindi li avviciniamo al governo. Con questa scelta vogliamo semplificare la vita dei cittadini e alleggerire la burocrazia”.
“La scelta – ha concluso la ministra – adesso è nelle nostre mani. I cittadini hanno il dovere di informarsi e votare liberamente”.
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