La solitudine può avere molte forme e a raccontarla attraverso un linguaggio comico e teatrale è l’attrice barese Daniela Baldassarra che porta per il terzo anno consecutivo nel carcere di Bari uno spettacolo teatrale. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con Giraffa Onlus, è stata illustrata in una conferenza stampa nella sala consiliare della Regione Puglia e si svolge venerdì 25 settembre alle ore 15 in concomitanza con la giornata regionale contro le solitudini istituita dalla Regione Puglia con un provvedimento dell’Assessorato al welfare e dell’ufficio della consigliera regionale di parità.
«La giornata regionale – spiega la creatrice del progetto Daniela Baldassarra – nasce nel 2012. Il primo anno abbiamo creato un evento aperto alla cittadinanza, dal 2013 invece con la collaborazione di Giraffa Onlus abbiamo deciso di proporlo all’interno della casa circondariale di Bari. Credo che parlare di solitudine, in un posto dove l’isolamento è avvertito in maniera amplificata, sia fondamentale per capire questo stato d’animo. Da tre anni utilizziamo linguaggi differenti e questa volta ho scelto il cabaret».
Lo spettacolo racconta l’incomunicabilità tra uomini e donne e le situazioni di apparente aggregazione che invece rappresentano momenti di forte solitudine in cui si avverte ancora più acuto il senso di isolamento.
«Cercheremo di tirare fuori la mediocrità, – continua Daniela Baldassarra – la piccolezza degli uomini e delle donne all’interno dei rapporti e faremo emergere quei sentimenti che generano situazioni di solitudine».
L’associazione Giraffa Onlus è da sempre impegnata nel contrasto alla violenza di genere e insieme all’attrice, con questa iniziativa, cercherà di condividere la giornata con i detenuti in un luogo nel quale il malessere della solitudine è particolarmente avvertito.
«Il senso della giornata, – spiega Andreina Orlando di Giraffa Onlus – nasce dall’idea di Daniela Baldassarra che abbiamo subito appoggiato. Questa giornata racchiude molti significati: contro le solitudini, la violenza, il disagio, l’emarginazione. Dal 1997 Giraffa combatte tutti i fenomeni di emarginazione, la solitudine non è solo fisica ma anche psicologica e il carcere è una perfetta metafora per far capire proprio questo».
© Riproduzione riservata