La pandemia causata dal Covid-19 ha dato origine a un continuo flusso informativo, buona parte del quale composto da fake news. Un fenomeno di difficile comprensione, presente sia a livello locale che nazionale e internazionale e che ha causato gravi problemi alla gestione dell’emergenza sanitaria. Ma quali sono state e quali sono le “bufale” legate al Virus Sars-Cov2? E come districarsi in questo caos di notizie? Proviamo ad analizzare il problema e a capire come ognuno di noi può fare la sua parte.
Le principali fake news sulla pandemia
Durante la prima ondata della pandemia, da febbraio ad aprile 2020, i complottisti si sono veramente scatenati sulle origini e diffusioni del virus. E quindi abbiamo sentito commentatori affermare che il Covid-19 è stato sottratto da spie cinesi in un laboratorio canadese, che è stato creato artificialmente e che contiene al suo interno sequenze simili a quelle dell’HIV. Oppure siamo incappati in discussioni sui social secondo cui un gruppo finanziato da Bill Gates avrebbe brevettato con largo anticipo l’agente patogeno o secondo cui la tecnologia 5G sarebbe collegata alla pandemia. Particolarmente esilaranti, se il problema non fosse davvero drammatico e complesso, le bufale legate alle cure miracolose per la malattia: si è dunque parlato di vitamina C, aglio, argento colloidale e Miracle Mineral Solution come possibili rimedi naturali ai danni causati dal Covid.
Ovviamente nessuna di queste teorie è stata dimostrata scientificamente ma è importante interrogarsi sul perché certe notizie decisamente false abbiano trovato così ampia diffusione e spazio sui social e sui media mainstream.
Perché le notizie false si diffondono così rapidamente?
Secondo un recente studio di truffa.net sull’origine e diffusione delle fake news, queste hanno quasi sempre la meglio sulle notizie vere quando si parla di spazio e rapidità di diffusione. Particolarmente interessante al riguardo la ricerca condotta da Sinan Aral della MIT Sloan School of Management. Analizzando circa 130mila notizie pubblicate su twitter dal 2006 al 2017 da circa 3 milioni di persone, il gruppo di studio ha rilevato che una storia falsa raggiunge in media 1.500 persone 6 volte più velocemente rispetto a una vera. Inoltre, le fake hanno il 70 per cento di possibilità in più di essere rilanciate rispetto alle informazioni vere. E in tutto questo i bot e gli algoritmi, molto spesso indicati come causa principale della diffusione di bufale, hanno soltanto un ruolo marginale.
Risultati sorprendenti che hanno portato a elaborare due ipotesi per spiegare la viralità delle fake news sul web: la prima è che i falsi hanno una componente di maggiore novità percepita rispetto alle notizie vere. La seconda è che riescano a scatenare emozioni più forti rispetto alla verità. Al falso sono associati sentimenti come paura disgusto e sorpresa. Al vero tristezza, gioia e fiducia.
Per questi motivi la comunità giornalistica internazionale e gli stessi social network stanno iniziando a codificare codici di comportamento e vademecum per garantire una informazione sempre più affidabile e verificata.
Come riconoscere le fake news e informarsi correttamente
Un aiuto importante per riconoscere e smentire notizie false arriva dalla recente guida pubblicata da truffa.net, portale specializzato nell’analisi delle piattaforme web operanti nel campo della finanza e del gioco online. Oggi tutti noi abbiamo la possibilità di verificare le potenziali bufale e possiamo accedere a strumenti, siti e tool per smentirle. Il primo passo è quello di utilizzare il CRAAP Test elaborato da Sarah Blakeslee e dal suo team della California State University.
Si tratta di un metodo molto semplice da utilizzare e che richiede di porsi alcune domande nel momento in cui ci troviamo davanti a una notizia di cui non siamo sicuri. La notizia è tempestiva? (quando sono state pubblicate le informazioni? Sono state modificate o revisionate? I link sono funzionanti?), è rilevante? (risponde alle domande in maniera precisa? Le informazioni sono di livello appropriato?), è autorevole? (chi sono gli autori e le fonti? Ci sono informazioni di contatto di chi scrive? L’autore è noto?), è accurata? (le informazioni sono riscontrabili in altri siti? Ci sono errori di sintassi o grammatica? I dati sono referenziati?), se ne riconosce uno scopo chiaro? (le intenzioni di chi scrive sono chiare? Il punto di vista è obiettivo e imparziale?).
In più abbiamo a disposizione alcuni tool informatici e portali web specializzati nel fact cheking quotidiano. Tra i più famosi possiamo citare FactCheck.org, PagellaPolitica, Snopes e Bufale.net. Per verificare immagini e video è possibile utilizzare Foto Forensics, Google Reverse Image Search, InVid Project e Youtube Data Viewer.
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