Quanto “dicia” “dicia” in questa ultima settimana. Una suora salvadoregna di 32 anni, il 15 gennaio scorso ha messo al mondo un bambino all’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti.
Scandalo.
“Oltraggio”, “Non sapeva”, “E’ Posseduta”.
La suora neomamma, dopo le dimissioni, dovrebbe lasciare la provincia di Rieti per raggiungere una struttura protetta individuata dagli assistenti sociali che stanno seguendo il suo caso.
Il bambino, di nome Francesco Alessandro, e’ stato registrato in questi giorni all’anagrafe del Comune di Rieti con il cognome e la stessa residenza della mamma, cioè presso il convento delle Discepole di Gesu’ di Campomoro dove la suora risiedeva da diversi anni.
Detto questo. Fermiamoci. Certo un voto è un voto e il peccato è stato commesso. Ma tutta questa moralità ?
Scusatemi ma non capisco. Io guardo alla Grazia di chi sceglie di non buttare nel pattume un figlio e di crescerlo con se, con una chiesa che la aiuterà.
Questo è il bello. Questa è la notizia. Che non siamo difronte all’ennesimo tribunale dell’inquisizione, ma stiamo vivendo un grande atto d’amore, di chi sceglie di coccolare questa mamma e suo figlio.
Quante di queste storie potremmo raccontare e non lo facciamo. Quante ragazze madri, accolte in case di accoglienza, con amore semplice e gratuito. Quanta laicità al servizio del prossimo e quanti consacrati che vivono da fratelli. Non si può sempre e solo puntare il dito, ma guardare al bello.
Peccato.
Quanto avrei voluto che la suora vivesse in questa terra. Sarei scappato, per stringere il Suo bambino. E’ nato Francesco ed è un giorno di festa. La nascita non è mai un errore, ma un Cielo che esulta e che diventa danza.
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