La “fuga dei cervelli” sta affrontando un momento storicamente rilevante, al punto che le cifre delle migrazioni di italiani all’estero arrivano a sfiorare quelle del secondo dopo-guerra: 285.000 migranti nel 2016 contro 300.000. Si tratta di un fenomeno che trova nella crisi economica il suo motore principale, considerate le difficoltà nel reperire un lavoro nello Stivale: ma questo flusso migratorio 2.0 non riguarda esclusivamente i giovani ed i pensionati, ma anche professionisti, imprenditori e lavoratori italiani over 40. Parliamo di un fenomeno che ha un suo salatissimo prezzo: si stima, infatti, che la mole di cittadini emigrati dal Belpaese sia costato allo stato quasi 9 miliardi di euro, ovvero quanto investito in sede di formazione.
Expat pugliesi: qual è la situazione?
La maggior parte degli espatriati italiani che scelgono l’opzione della vita all’estero provengono dalle isole e dal Sud, e la stessa regola vale anche per la Puglia: una regione che nel 2017 vedrà circa 19.000 cittadini emigrare verso lidi esteri in via definitiva, nella speranza di dare nuova vita alla propria carriera e ai propri obiettivi personali. Ma ciò che colpisce, e che viene spesso sottovalutato, non è tanto il fenomeno migratorio visto dalla parte dei giovani, quanto piuttosto quello che coinvolge gli over 40 e le rispettive famiglie, che sempre più spesso si trasferiscono in blocco all’estero. Una fuga che potrebbe essere risolta intervenendo con politiche industriali ed economiche volte a favorire l’occupazione in Italia, ma che oggi latitano, impedendo alla natura di fare il proprio corso.
Trasferirsi all’estero: per le famiglie non è facile
I giovani, per spirito di adattamento, assorbono la fase del trasferimento all’estero in modo più naturale: per le famiglie, invece, abbandonare il proprio territorio e tagliare di netto le radici che le legano al tessuto sociale di appartenenza è un’operazione decisamente più complessa e traumatica. Ma esistono dei consigli che possono risultare molto utili per affrontare questa fase in modo delicato e poco invasivo, diluendo le difficoltà sia materiali che psicologiche. A partire dal trasferimento vero e proprio, che per questioni prettamente logistiche è sempre il caso di affidare ad agenzie specializzate nei traslochi internazionali come Blissmoving, così da potersi concentrare su tutti gli altri aspetti relativi alla propria famiglia e dunque alle esigenze dei propri cari.
Altri suggerimenti per le famiglie italiane all’estero
Una volta organizzato il trasloco, l’esigenza primaria è quella di trovare un quartiere idoneo alle necessità del nucleo familiare, soprattutto quando sono presenti i bambini: le scuole, i servizi pubblici e gli ospedali in zona sono un obbligo da tenere a mente. Poi, attenzione ai documenti: se il soggiorno non è una vacanza (oltre i 12 mesi), è necessario iscriversi all’AIRE, ma in questo caso si tratta di un’operazione molto più semplice, dato che la burocrazia europea è nettamente più agile rispetto a quella italiana. Altri consigli utili per le famiglie che si trasferiscono all’estero? Nel caso dei bimbi, per poterli iscrivere a scuola serve necessariamente il libretto sanitario ma anche un documento detto “curriculum dello studente”, in genere rilasciato dalla precedente maestra.
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