Nel “gran ghetto” della Provincia di Foggia infatti, è nata e cresciuta una vera e propria associazione mafiosa che avvalendosi della forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo perdurante da anni tra i capi ed organizzatori del campo stesso, ha determinato una condizione di assoggettamento e di omertà che induce tutti i lavoratori agricoli stranieri che giungono nell’area a dover risiedere nel ghetto per poter sperare di ottenere un lavoro attraverso i caporali che pure fanno parte della organizzazione.
Chi non risiede nel “gran ghetto” o in altri luoghi minori egualmente controllati, non può ottenere un ingaggio”. Sono le parole del presidente della Regione, Michele Emiliano, che con un post su Facebook si è espresso sulla situazione del ghetto di Rignano Garganico.
“L’organizzazione – continua il governatore – dunque lucra sui ‘servizi’ offerti al campo (affitto delle baracche, cibo, bevande, prostituzione, droga, e naturalmente l’intermediazione della mano d’opera) per ottenere un vantaggio economico. Le aziende agricole pugliesi e soprattutto non pugliesi che alimentano il circuito nelle fabbriche del pomodoro sempre più in crisi per la concorrenza estera, devono per forza fare riferimento ai caporali collegati al ghetto per trovare manodopera che non potrebbero ottenere altrimenti”.
La Regione Puglia ha avviato con il Governo una collaborazione per costruire una moderna struttura che ospiti civilmente i lavoratori che ogni anno con regolare permesso di soggiorno rendono possibile l’economia agricola della Capitanata e dell’Italia intera.
La Regione Puglia ha messo a disposizione due aree di sua proprietà dove realizzare provvisoriamente la “Foresteria delle Aziende Agricole Foggiane” ed ha assunto l’impegno a sostenere i costi di gestione della struttura e del trasporto dei lavoratori presso i luoghi di lavoro.
Ma il presidente Emiliano ha spiegato che “l’operazione non si è potuta realizzare per inaspettate e improvvise difficoltà burocratiche del Governo nel finanziare la realizzazione della Foresteria, nonostante gli impegni presi in tal senso. Sono certo però che questo sarà l’ultimo anno in cui lo Stato tollererà l’esistenza di un simile scempio delle persone e dei loro diritti, anche di libertà religiosa, se è vero che in quel luogo non si può neppure pregare cristianamente come leggo sull’Espresso”.
“La Regione Puglia – si legge nel post – pretende al più presto lo sgombero dell’area del ghetto e la sua restituzione al demanio regionale. Chiede inoltre che le aziende agricole pugliesi si facciano carico dell’allestimento permanente delle Foresterie necessarie allo svolgimento della stagione agricola con l’aiuto anche economico della Regione.
Insomma, nonostante le enormi difficoltà nelle quali siamo stati lasciati, non faremo un solo passo indietro e pretenderemo l’aiuto delle Forze dell’Ordine di cui la Regione purtroppo non può disporre direttamente”.
Infine Emiliano ha lanciato un appello al Ministro Orlando, che oggi sarà in Capitanata, e al Parlamento, “affinché la nuova legge contro il Caporalato sia approvata al più presto”.
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