La curiosità, inutile dirlo, era per gli otto del Movimento cinque stelle.
Curiosità che dura poco perché, dalle prima battute dei lavori d’insediamento del Consiglio regionale, i grillini del tacco dello Stivale hanno fatto capire subito di che pasta sono fatti.
Mario Loizzo (fresco presidente dell’assemblea) e Michele Emiliano hanno appena terminato il loro discorso d’insediamento, quando Antonella Laricchia (una delle sfidanti di Emiliano per le elezioni di maggio) inanella parole di fuoco: “Avete tenuto fuori dall’ufficio di presidenza la prima forza d’opposizione. Avete ricordato ai pugliesi chi siete. Questi episodi ci ricordano per quale ragione fate politica”, tuona l’esponente del Movimento che poi conclude: “Per noi destra e sinistra sono uguali”.
Mario Loizzo interviene per censurare i “toni inaccettabili”.
L’elezione dell’ufficio di presidenza del Consiglio
Tutta colpa di quello che i Cinque stelle bandiscono come il gioco della vecchia politica con maggioranza di centrosinistra e gruppi di opposizione di centrodestra, capaci tra consensi e astensioni, di portare Loizzo alla presidenza del Consiglio, Giuseppe Longo (I Popolari) e Giandiego Gatta (FI) alla vicepresidenza, oltre ad eleggere Giuseppe Turco (La Puglia con Emiliano) e Luigi Morgante (Area Popolare-Lista Schittulli) segretari d’aula.
Gli inviti al dialogo
Si apre così, senza troppi convenevoli, la decima legislatura della Regione Puglia. E per fortuna che prima del finale infuocato, con l’aula zeppa di cronisti (in difficoltà nell’esercizio del diritto di cronaca), di familiari e sostenitori di ogni parte, si erano spese parole per il dialogo politico.
Ci aveva provato Mario Loizzo dallo scranno più alto di via Capruzzi. Tentativo anche dalle opposizioni di Forza Italia (Andrea Caroppo capogruppo), Area Popolare-Schittulli (Giannicola De Leonardis) e Oltre con Fitto (Ignazio Zullo capogruppo). Al Movimento di Beppe Grillo però, non è andato giù quanto il parlamentino dei 50 ha partorito nonostante i grillini da tempo (dopo aver detto no a tre posti in giunta) avevano avanzato l’ipotesi di piazzarsi nell’ufficio di presidenza del consiglio regionale.
Ipotesi bruciata ma il voto segreto regala qualche sorpresa. Antonella Laricchia, ad esempio, ottiene dieci voti (otto sono gli esponenti Cinque Stelle) per la presidenza del Consiglio. Centrosinistra non compatto, invece, sul voto per vicepresidenza e segretari.
Quadro diverso per l’elezione di Loizzo. Coalizione compatta e un voto in più che arriva da Nino Marmo (FI).
Si annuncia una legislatura turbolenta nonostante, durante il dibattito, anche dallo stesso Movimento siano arrivate timide aperture: “Sapremo dialogare su provvedimenti importanti”, ha ricordato Cristian Casilli, non prima di spiegare che “noi non siamo opposizione ma un metodo di lavoro”.
Le parole di Emiliano
Metodo di lavoro, approccio alle cose e alle tematiche che anche Michele Emiliano ha voluto ricordare in un discorso lungo, meno ingessato rispetto ai solenni interventi d’insediamento. Il presidente della Regione è apparso più volte differente nello stile rispetto al suo predecessore Vendola. Ha preferito gli aspetti pratici alla verbosità. Ha invitato più volte al senso della responsabilità tutta l’aula, tutti i gruppi politici, ammettendo che anche dalle sue parti le difficoltà ci sono (si veda alla voce allargamento a 10 della giunta).
“Qui si esegue il programma con attività concrete!”, ha detto scandendo le parole Michele Emiliano. Il neo governatore ha espresso la volontà di dare tutto lo spazio possibile al Consiglio regionale. “Riempite quel vuoto – ha spiegato ai consiglieri – altrimenti sarà l’esecutivo a farlo”.
Poi le cose da fare e anche qui non sono mancati riferimenti indiretti al passato. “Si possono fare belle leggi ma se nessuno le fa applicare non servono a niente”. “La Puglia ha speso i soldi europei ma i risultati sono arrivati?” si è chiesto il presidente della giunta.
Ed ecco allora le priorità, alle già note emergenze Xylella e Ilva. C’è un impegno categorico, a sentire Emiliano: “Completerò il ciclo dei rifiuti”.
Quindi a ruota, la già nota legge sulla partecipazione dei cittadini, la norma sul lobbismo, la legge elettorale con il raggiungimento della parità di genere e l’equilibrio tra territori e consiglieri eletti, il reddito di cittadinanza (invocato dall’M5S) e che Michele Emiliano definisce a suo modo “reddito di dignità” o “di inclusione attiva”.
Tanti argomenti (non esclusa ovviamente la sanità con una grande discussione in merito, anticipata dal governatore) che dovranno, a detta del presidente, “declinare principi altissimi in condotte quotidiane”.
Il canovaccio è steso: tocca alla giunta e al Consiglio regionale lavorare ai dettagli o, per dirla con Emiliano, “mettere in connessione l’attività politica con la vita dei pugliesi”.
© Riproduzione riservata