Nonostante fosse recluso in carcere, un uomo di 45 anni minacciava la ex moglie tramite un telefono cellulare, pretendendo somme di denaro. L’ex suocero 86enne, non avendo mai accettato la fine della relazione con il figlio, l’ha continuamente minacciata e molestata per anni, facendole temere per la sua incolumità. Dopo anni è finito l’incubo in cui era sprofondata una donna, perché sia l’ex marito che il suocero sono stati arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Brindisi, Maurizio Saso, su richiesta della pm Giampiero Nascimbeni, a seguito delle indagini effettuate dai carabinieri del Norm della compagnia di Francavilla Fontana al comando del capitano Gianluca Cipolletta e del tenente Andrea Grasso.
Il 45enne, detenuto dal 2009 con fine pena nel gennaio 2028, deve rispondere del reato di estorsione e tentata estorsione. Il secondo, arrestato in regime di domiciliari, è gravato dall’accusa di atti persecutori. A partire dall’anno 2015, il 45enne marito della vittima ristretto dapprima in un carcere pugliese e successivamente in un altro istituto di reclusione fuori regione, avrebbe preteso dalla donna la somma mensile di 500 euro per il proprio mantenimento all’interno del carcere, procurandosi così un ingiusto profitto.
Alla fine del mese di maggio di quest’anno, minacciando telefonicamente la donna di farle del male, l’avrebbe altresì costretta ad effettuare una ricarica poste-pay a favore di un beneficiario sconosciuto, operazione materialmente eseguita dal suocero a cui la donna ha dovuto consegnare 300 euro. Nello scorso mese di luglio, l’ex coniuge, minacciandola di morte, avrebbe tentato di costringerla a farsi assumere nell’azienda agricola intestata al figlio minore di cui la donna è la tutrice, al fine di poter ottenere dal giudice il beneficio della semilibertà.
E sempre nel mese di luglio, dietro minacce telefoniche di morte, ha cercato di costringerla a consegnare a suo padre la somma di 120.000 euro, somma da lei detenuta e amministrata per essere poi destinata al figlio minore, allorquando avrebbe raggiunto la maggiore età.
Le indagini sono iniziate a seguito della circostanziata denuncia formalizzata dalla donna ai carabinieri, ai quali ha riferito che allorquando ha deciso di recidere i legami familiari chiedendo la separazione dal marito recluso, è stata presa di mira dal suocero e fatta oggetto di continue angherie e pressioni. Anche il marito ha continuato a minacciarla di morte telefonicamente dal carcere, utilizzando due telefoni cellulari, dei quali uno di ridotte dimensioni di circa tre centimetri di lunghezza di suo esclusivo utilizzo, insistendo nella richiesta di essere assunto nell’azienda intestata al figlio minore. I telefoni cellulari sono stati rinvenuti nella cella della casa di reclusione dove il marito sta espiando la pena e sono stati sottoposti a sequestro.
© Riproduzione riservata