4 Giugno 2023 - Ore
Politica

Analisi della prima legge regionale pugliese del governo Emiliano

Una nuova rubrica per conoscere e capire le leggi regionali.

La prima legge proposta dalla Giunta Emiliano ed approvata è la L. Reg. Puglia n.27 del 5 agosto 2015 (tralascio la Legge Reg. n.26/2015, avente ad oggetto il rendiconto finanziario, la quale non conta perché – in sostanza – si è trattato di una semplice presa d’atto della situazione economica lasciata dalla presidenza Vendola) prevede una variazione di bilancio, essenzialmente per due fini: 1) recepire un’anticipazione di liquidità di circa 84 milioni di euro, che lo Stato, con il D.L. 19.6.2015 n. 78 ha assegnato agli enti locali per il pagamento dei debiti pregressi. Un tesoretto che dovrà esser utilizzato con un fine chiaro: pagare, almeno parzialmente, i debiti regionali certi, liquidi ed esigibili (ad eccezione di quelli sanitari e finanziari).
2) La seconda variazione di bilancio, prevista dalla Legge, consiste nel destinare ulteriori 8,5 milioni di euro (rispetto agli 8,5 milioni di euro già stanziati con L.R. 52/2014) in favore della sopravvivenza dei Consorzi di Bonifica e 5,5 milioni di euro per la sopravvivenza dell’ARIF, Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali.
I Consorzi di Bonifica sono da tempo commissariati e strapieni di debiti. Hanno ormai esaurito la loro funzione originaria e – per sopravvivere in maniera autosufficiente – avrebbero bisogno dei contributi degli agricoltori che nessuno paga e vuol pagare, attesa anche la crisi del settore. Pertanto, si trascina da anni, stancamente, la solita rissa, secondo cui, quando i Consorzi inviano le cartelle di pagamento ai proprietari delle terre, i consiglieri di opposizione gridano allo scandalo e la maggioranza è costretta ad erogare soldi pubblici nostri per garantire i flussi minimi di sopravvivenza agli enti, ed evitare che le cartelle vengano effettivamente riscosse.
L’ARIF è un agenzia regionale creata nel 2010, che ricopia il modello delle Guardie Forestali e della Protezione Civile, di cui sembra un sostanziale doppione.
Si tratta di enti che ben potrebbero essere assorbiti nell’Ente Regione, per tutelare i lavoratori oggi esistenti, i quali garantirebbero lo svolgimento delle stesse funzioni. I risparmi per la collettività sarebbero enormi, sia perchè cesserebbero centri di spesa autonomi e sia verrebbero meno molte poltrone e stipendi per cariche apicali inutili.
Orbene, è chiarissimo che questa legge é stata il frutto di una scelta quasi obbligata, approvata in via emergenziale, conseguenza diretta del passato. Tuttavia, l’aver speso 14 milioni di euro per “prorogare” l’agonia di enti ormai decotti, impone una riflessione costruttiva sul futuro (possibilmente immediato) di tali Enti. La spesa pubblica deve esser destinata in via prioritaria o a garantire gratuitamente (o quasi) servizi pubblici essenziali, oppure ad investimenti che siano leva per posti di lavoro, frutto di iniziative autosufficienti economicamente. Per non incorrere nel noto principio economico secondo cui una spesa pubblica forte ma improduttiva, produce benefici per pochi e povertà per tanti.

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