Trovo assolutamente sconcertante aver letto di certi comunicati e manifesti rivolti al sedicente assenteismo di un nostro stimatissimo assessore locale e trovo altrettanto volgare e scorretto quanto accaduto in questi giorni relativamente a un peperoncino in formato gigante apparso sui cartelloni delle strade molfettesi; trovo becera e fuori-luogo la perpetrazione di una siffatta modalità di far politica, una politica totalmente avulsa dal senso della realtà e dell’attenzione all’altro, dall’amore per la dignità delle persone. Nel caso della sindaca molfettese poi, mi deprime verificare quanto ancora certe dinamiche siano legate all’attitudine bunga bunghesca che già per tanti anni ha offeso le donne che si occupano di cose importanti, una politica di partito che ci colloca tra le bancarelle degli ortaggi al mercato perché non ci riconosce luoghi altri da abitare che non siano quelli della spesa o della cucina, e che si fa forte del solito linguaggio ambiguo e sessista per offendere e azzerare la dignità di noi donne.
Forte della convinzione che il valore del RISPETTO, anche nella diversità di opinione e atteggiamento, debba restare il punto cardine di ogni modalità politica, ritengo che il riguardo per le persone, fossero pure gli avversari, intesi come generatori di un pensiero differente dal proprio, sia e debba restare il fulcro di ogni confronto dialettico perché questo possa dirsi costruttivo. E in questa convinzione trovo sempre preziosa la grande centratura di certe discipline orientali, a partire dalla filosofia del Buddismo, che nella sua grandezza invita a riconoscere e amare non solo il Budda presente in noi stessi ma soprattutto nel nostro nemico per accoglierlo e amarlo (sigh, cosa non semplice, lo so!) Successivamente il mio pensiero va all’integrità dei samurai e delle samurai, visto che ce ne sono state molte di donne samurai-e non sono esistite solo le geishe, che chissà perché vengono ricordate con più frequenza!
Nel codice samurai del Bushido infatti regna sovrano, oltre all’onore, alla lealtà e alla fedeltà, proprio il valore del rispetto dell’avversario, per non parlare poi dei valori della gentilezza, della compassione e della cortesia altrettanto presenti e importanti!
Per il Samurai –si recita- compiere un’azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato.
Quella dei samurai è una filosofia di vita che ancora oggi può insegnare molto al mondo politico. I samurai e le samurai erano chiamati ad essere grandi condottieri/e nei tempi di guerra, dei veri leader e uomini (ma successivamente anche donne) di cultura nei tempi di pace.
Credo che la sostanza delle sfide che dobbiamo affrontare oggi non sia molto diversa: servono sempre spirito combattivo, capacità di leadership, perseveranza, senso di dedizione e di sacrificio, ottimizzazione delle risorse e delle persone, capacità comunicative ed essenzialità nel perseguimento dei risultati. Queste sono tutte doti che ogni samurai doveva avere e che doveva continuare a coltivare attraverso un assiduo allenamento psicologico e fisico: caratteristiche che oggi ogni persona politica dovrebbe possedere.
Sono convinta che sia molto utile imparare dai samurai, per esempio, a concentrarsi e perseguire con dedizione i propri obiettivi, saper rinunciare, a volte, a se stessi per anteporvi il gruppo o l’ideale possono sembrare valori fuori moda o poco centrati. Ma è l’azione che rende la persona degna di compierla e fa in modo che il risultato resti per sempre. Non ci sarà bisogno di impugnare una katana o un wakizashi per trasmettere la forza del proprio impegno e del rispetto per gli altri; personalmente questa è l’unica parte che non mi interessa, non ho mai creduto al ricorso alla forza fisica o agli strumenti per agirla, anzi la aborro. Trovo però che soffermarsi su i sette principi del Bushido, possa essere un’ interessante esperienza di lettura per tutte e tutti e che, rispetto ai fatti abominevoli accaduti di recente, possa fornire buoni spunti di riflessione a chi intende far politica in maniera costruttiva e sana.
Letture consigliate: “HAGAKURE”, LIBRO SUL CODICE DEI SAMURAI SCRITTO DA YASHIMOTOI sette princìpi del Bushido
Soundtrack consigliato: Ryuichi Sakamoto. “Rain”
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