Sarà una Nazionale operaia, con poche certezze e tanti outsider. Lo è l’Italia per prima, dietro le favorite Germania e Francia, paese ospitante. La storia però insegna che quando l’Italia parte favorita delude e viceversa: ecco perché con a capo un condottiero come Conte tutto è possibile. Sarà la sua prima ed ultima battaglia al timone azzurro, visto l’annuncio che in realtà svela una verità già nota: l’abbandono dopo gli Europei della panchina per volare con tutta probabilità in Inghilterra, direzione Londra, al Chelsea.
Al di là del dibattito che si scatenerà e terrà banco nei prossimi mesi soprattutto dovessero andar male le cose, se sia opportuno o meno andare agli Europei con un allenatore già “dimissionario”, resta da capire l’effettiva competitività della truppa azzurra all’imminente rassegna continentale. E’ infatti piuttosto diffuso che allenatori soprattutto di grosse Nazionali arrivino ai Mondiali o Europei col destino già scritto, con le società di club le quali necessitano programmare in anticipo i futuri piani: ultimo esempio Lippi, campione del mondo nel 2006. Un falso problema, dunque, soprattutto se rapportato con la non eccezionale qualità di cui dispone questa Italia: l’unica vera certezza è la difesa bianconera composta da Bonucci ed il trio Bonucci-Barzagli-Chiellini, che stanno aggiornando il libro dei record di gol subiti ed imbattibilità del campionato italiano.
Per il resto vi sono dubbi su modulo e interpeti: si è tentata la strada degli oriundi, da Eder fino a Vasquez. Il problema è che i top club italiani mancano di giocatori azzurri, dalla cintola in su ed in particolar modo non vi è un numero 9: i bei tempi di Inzaghi, Vieri, Toni e dell’ex promessa Balotelli sono andati. Tocca andare in casa Southampton per Pellè, o Immobile ora al Torino o ripiegare sulla riserva della Juventus, Zaza.
Un dato preoccupante, se si guarda indietro nel tempo, non solo agli ultimi due Europei dominati dalla Spagna. Le Nazionali che vincono, hanno i migliori giocatori delle migliori squadre del mondo, non si discute: il Bayern ha prestato 18 giocatori alle varie Germania campione d’Europa, il Barça 15 ed il Real 13. Prendendo in considerazione tale statistica per nazioni vediamo come l’Inghilterra sia addirittura dietro la Francia per giocatori dati a Nazionali vincenti, questo perché il Paese della Regina non ha mai vinto un solo Europeo. La Serie A invece ben si difende in tale graduatoria, grazie alla presenza dei migliori giocatori al mondo fra gli anni ’80 e ’90 nel belpaese: sono infatti ben 35, con nell’ordine Juve, Inter e Milan fra i club più presenti.
Qualcosa può cambiare nella geografia politica del pallone: l’inserimento di nazioni quali Belgio, Croazia o Polonia nell’elite del football europeo potrebbe riscrivere la cartina storica dello sport più amato del mondo.
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