Una Guardia Medica di Noicattaro avrebbe negato una prescrizione medica ad una donna reduce da un intervento alla testa che è stata costretta ad un ricovero in codice rosso all’ospedale di Bari ‘Di Venere’. L’episodio è stato segnalato dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Mario Conca, che ha ricevuto la cronistoria dettagliata dal figlio della paziente.
“Mia madre da diversi anni soffre di cefalea – spiega l’uomo – Lo scorso giugno ha praticato un accesso al Pronto soccorso dell’ospedale di Carbonara dove ha eseguito una TAC del cranio che ha mostrato una lesione della regione ipofisaria. Successivamente c’è stato un consulto con un neurochirurgo del reparto di Carbonara dove, illustrata la condizione, ci ha consigliato di procedere chirurgicamente rimuovendo la massa rilevata per via endoscopica. Carbonara e lo stesso Policlinico non avendo la strumentazione e l’affidabilità derivante dalla frequenza di questo tipo di intervento, ci ha portato a rivolgerci ad un centro neurologico all’avanguardia, Neuromed, ubicato in Molise, precisamente a Pozzilli provincia di Isernia. Ci siamo recati in Molise il 28/11, dove si è operata il 29/11, terminato con successo l’intervento le sono stati prescritti dei farmaci salva vita, che dovrà prendere per sempre. Il giorno in cui è stata dimessa precisamente il 7/12 gli infermieri si son dimenticati di darci i farmaci (cortone acetato, minuril e flebocort da iniettare nei casi di estrema disidratazione e di recupero ormonale), in previsione del lungo tragitto per ritornare in Puglia ed in vista del 8/12 giorno dell’immacolata e quindi festivo per i medici di base”.
Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre però la donna sviene poiché non aveva assunto i farmaci: “Il 118 – continua il figlio della vittima – tempestivamente si è recato a casa, e compresa la situazione, ci ha consigliato di rivolgerci alla guardia medica del comune di Noicattaro per avere una prescrizione medica ed ottenere attraverso la farmacia di turno non solo il cortone acetato e minuril ma soprattutto il Flebocort che l’avrebbe aiutata sin da subito a star meglio”.
A questo punto però la guardia medica di Noicattaro si rifiuta di effettuare la prescrizione medica poiché “poteva farle solo alle ore 8:30, rifiutandosi quindi di ascoltare il caso in se e valutare la gravità della situazione”. Circa mezz’ora dopo, alle 6 del mattino, la situazione si aggrava ulteriormente la donna viene ricoverata al Di Venere.
“Giunti in ospedale con il codice rosso – spiega l’uomo – è stata prontamente seguita e monitorata perché in gravi insufficienze glicemiche, renali, cardiache. Il ricovero è avvenuto in postazioni al limite del legale, in sala d’aspetto in barella il primo giorno, il giorno seguente nella stanza dell’infermeria, causa il sovraffollamento, e perché non potendosi raffreddare e starnutire per l’intervento da poco affrontato, non poteva stare a contatto con altri pazienti. Altro aspetto fondamentale è stata la mancanza dei farmaci interessati in tutta la struttura ospedaliera, infatti li abbiamo procurati noi per tutta la degenza ospedaliera. Il caso è stato seguito dal primario del Di Venere e dalla sua equipe di medici ed infermieri. Nelle condizioni in cui versa la struttura, e con tante difficoltà, sono riusciti a restituirmi mia madre, a questi va il mio più grande ringraziamento”.
“Se la guardia medica avesse assolto con coscienza al lavoro per cui è pagata – aggiunge il consigliere Conca – avremmo evitato un ricovero costoso, non avremmo fatto rischiare la vita alla signora e oggi non ne starei a parlare. Spero che il direttore generale, che ho informato, possa sollevarlo dall’incarico nelle more che l’h16 in discussione soppianti un servizio dannoso oltre che inutile”.
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