In occasione della Festa della Musica, manifestazione promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che si celebra domani in tutta Italia la Fondazione Petruzzelli apre alla cittadinanza le porte di Palazzo San Michele, dalle 18.00 alle 21.00 con una serie di visite con accompagnamento musicale, realizzate in collaborazione con la delegazione Fai di Bari.
La sede dove sono ubicati gli uffici amministrativi della Fondazione si trova in Strada San Benedetto 15, 70122, alle porte della Città antica di Bari.
L’intervento di restauro di palazzo San Michele ad opera della Direzione Regionale per i Beni Culturali, rientra nel novero degli interventi di liberazione delle aggiunte; si è trattato, in prima istanza, di rimuovere le numerose superfetazioni novecentesche che avevano annullato i valori figurativi della fase settecentesca realizzata dall’architetto Giuseppe Sforza e obliterato l’antico legame del sito con la sua storia medievale.
Durante l’esecuzione dei lavori sono emerse strutture murarie indagate attraverso il metodo della stratigrafia muraria che ha guidato le scelte architettoniche approntate. Le lacune che ne sono derivate sono state analizzate e valutate unitariamente insieme a quelle indotte dalle demolizioni e rimaneggiamenti eseguiti in occasione degli interventi di adeguamento funzionale legati alla destinazione d’uso di uffici della Direzione territoriale del Genio militare, detentore del bene fino agli anni Ottanta del Novecento.
Il fine perseguito è stato quello di restituire una gerarchia di valori mettendo in evidenza il progetto settecentesco avviato nella sola ala nord del convento dei Celestini e mai portato a termine dallo Sforza, legandolo e consentendone un dialogo con le preesistenze medievali che emergono a raccontare una complessa vicenda costruttiva ancora da chiarire e approfondire.
In parallelo è stato ampio respiro ai resti dell’antico portico benedettino di epoca medievale scoperto dallo studioso Pantaleo nel 1908, attraverso la demolizione del volume soprastante così da esaltare l’unica quadrifora che permane dell’antico cenobio restaurata dallo stesso Pantaleo.
Viene così a definirsi un percorso medievale che si interseca con la “facies” dello Sforza consentendo così di leggere il catino absidale e lacerti murari di un’antica chiesa non definita che è oggetto di studi e indagini per colmare le lacune nelle datazioni di strutture murarie di Bari antica.
Inoltre, è stata liberata l’area dove si ritiene fosse il chiostro benedettino che dagli anni Settanta era occupata da grossi speroni in calcestruzzo armato, realizzati per contrastare un fuori piombo di circa
Di fatto si è restituita dignità ad un prospetto di grande modernità che vede l’abbandono di canoni barocchi e rococò a vantaggio di linee pulite e asciutte che rendono il progetto perfettamente allineato alla più nota architettura settecentesca in ambiente romano.
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