13 Febbraio 2025 - Ore
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Il 5 dicembre a Roma presso la sede del Parlamento Europeo e con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo si […]

Il 5 dicembre a Roma presso la sede del Parlamento Europeo e con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo si è tenuto il primo incontro degli Stati Generali delle donne in vista della Conferenza Mondiale Pechino vent’anni dopo che si terrà a Milano nei giorni 26 – 27- 28 settembre 2015, per dare un contributo concreto ai temi che saranno trattati durante la Conferenza Mondiale.
Per arrivare con un percorso condiviso e partecipato, gli Stati Generali delle donne stanno sperimentando un approccio bottom up che prevede la partecipazione attiva di comunità diverse. Le comunità scientifiche, accademiche, associative, istituzionali, professionali, sociali, daranno un contributo sia alla riflessione sui vent’anni che ci separano dalla Conferenza Mondiale di Pechino del 1995, sia al lavoro per delineare proposte, disegnare prospettive di cambiamento capaci di costruire politiche per ridare il lavoro alle donne, nell’economia della crisi.
Dopo la giornata del 5 dicembre 2014, in cui si sono confrontate oltre 200 donne tra imprenditrici, artigiane, docenti universitarie, libere professioniste, politiche, cittadine, il lavoro degli Stati Generali delle donne è continuato nelle regioni, dove gli Stati Regionali delle Donne stanno dando rilievo alle specificità dei diversi territori.
Le aree tematiche di lavoro sono: democrazia paritaria, lavoro, imprese/start up donne&politica, stili di vita, giovani donne, confronti tra generazioni, donne &territorio, comunicazione, innovazione, nuove tecnologie, i processi di integrazione, le famiglie migratorie, leadership, politiche ed azioni intorno al Mediterraneo, cambiamento, potere, creatività, fragilità economica e sociale, sport, formazione/ educazione, violenza.
Ma il tema trasversale è: Il LAVORO! E’ grazie a esso che le donne conseguono l’indipendenza e possono progettare il loro futuro. Il lavoro, però, inserito in una nuova economia paritaria e sostenibile.
I gruppi di lavoro regionali hanno così la possibilità di approfondire la discussione avviata a Roma e costruire, di regione in regione, il documento finale che ci porterà alla Conferenza Mondiale delle donne.
L’esperienza pugliese è stata particolare ed esaltante allo stesso tempo, perché abbiamo avuto l’obiettivo di connetterci realmente con tutte le donne di Puglia, a intessere relazioni con le giovani donne che spesso si considerano distanti da noi più adulte soprattutto per il linguaggio ed il simbolico adoperato.
La politica della differenza è una pratica preziosa per donne e uomini in cui si parte da sé e si pratica la relazione. Ma quale relazione? Non basta essere connesse in rete, o far parte di un’associazione, non è sufficiente, questa è una relazione superficiale! Abbiamo voluto provare ad instaurare una relazione trasformativa: un gruppo si regge se ciascuna avrà la consapevolezza di essere il nodo di una rete a maglie larghe senza gerarchie e subordinazioni, ma con una visione collettiva di orizzonti. Ripartire dalla “cooperazione” per connettere lavori frammentati, sostenere il reddito di cittadinanza o di esistenza, rendere visibile il lavoro riproduttivo, il lavoro informale, il lavoro invisibile, tutta quella massa di lavori necessari per la sopravvivenza e la vita delle società e che sfuggono alle larghe maglie del riconoscimento giuridico dei diritti del lavoro.
Abbiamo organizzato, grazie al supporto di alcune consigliere provinciali o di altre istituzioni, o di donne impegnate nel sindacato o nel sociale, incontri provinciali a Lecce, Bari, Foggia, Taranto.
Abbiamo utilizzato la rete FB e Twitter per rimanere in contatto e farne una piazza di discussione e partecipazione.
L’entusiasmo, la voglia di mettersi in gioco, di proporre o semplicemente testimoniare è stata corale. Abbiamo ricevuto più di 80 abstract da organizzazioni, associazioni, gruppi spontanei di lavoro, imprenditrici.
E tutto questo non è casuale. Perché in questi anni di lavoro in Regione Puglia il coinvolgimento dal basso, il lavoro orizzontale e di rete è stata una pratica continua. Voglio ricordare gli stati generali delle politiche di genere del 2010, la conferenza itinerante su donne e lavoro, la costruzione partecipata di importanti leggi regionali, ma anche la proposta del 50e50 che ancora oggi è una ferita aperta. Ma non sarebbe corretto, alla luce di tale esperienza negativa, non tener conto dei notevoli progressi fatti dalla stessa regione a favore della parità di genere.
In questo scenario si inserisce questo nostro percorso che ha voluto mettere al centro il tema del lavoro, ma che poi ha toccato e approfondito tanti ambiti diversi.
Ci siamo ascoltate e abbiamo raccolto le proposte senza barriere e pregiudizi, evitando i verticismi e sostenendo la rete orizzontale.
Il 23 maggio restituiremo ciò che è stato discusso negli incontri provinciali e le proposte pervenuteci che hanno avuto già un primo livello di sintesi. Dopo il 23 elaboreremo un documento finale che sarà poi condiviso a livello nazionale ai fini della tappa in Expo a fine settembre.
Ma gli Stati Regionali delle donne di Puglia continueranno ad esserci, proiettate verso Matera 2019 e soprattutto con l’intento di costruire davvero un ponte con le donne del Mediterraneo.

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