Si fa un gran parlare in queste ore della incapacità della pubblica amministrazione di rispettare i tempi che l’Europa impone per l’utilizzo delle risorse del PNRR. Investimenti per rafforzare la rete infrastrutturale, ma anche per migliorare la vita delle persone. Basti pensare ai 2,7 miliardi stanziati per incrementare l’assistenza domiciliare agli anziani.
Alla Puglia sono stati assegnati 33.459.360 euro con quote annuali di 7.907.457 fino al 2026. Sarà capace la Regione Puglia di spendere queste risorse, raggiungendo gli obiettivi assegnati? Si tratta di passare dal 3% di anziani ultra 65enni assistiti al 10 % previsto dal PNRR.
Il decreto sull’assegnazione delle risorse alle Regioni prevede per il 2023 l’erogazione del 50% delle risorse previste per lo stesso anno e così di seguito fino al 2026. In altri termini la Puglia per rispettare la tabella di marcia e poter ottenere i finanziamenti deve essere in grado di garantire l’assistenza domiciliare a 20.914 ultra 65enni in più rispetto alla platea del 2022.
Un obiettivo assai impegnativo, ma che la Puglia non può permettersi il lusso di sottovalutare, a fronte di una domanda di cure crescente e che mette in difficoltà non solo gli anziani, ma anche le loro famiglie. Sarebbe un ulteriore schiaffo alla popolazione anziana, già alle prese con la disastrosa situazione delle liste di attesa, che costringe addirittura alla rinuncia alle cure.
L’assistenza domiciliare rappresenta un tassello importante all’interno delle politiche per la non autosufficienza, ma anche il modo per rafforzare la medicina territoriale, le cui carenze hanno influito in maniera determinante sulla gestione della pandemia. Peraltro, proprio in questi giorni si continua a parlare dei tagli alla spesa per fronteggiare il buco di bilancio verificatosi sul versante della spesa sanitaria. Mancano le risorse e questo è vero, ma sarebbe paradossale che quando poi ci sono non si riescano a spendere.
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