12 Febbraio 2025 - Ore
Cronaca

Gasdotto Tap, il Tar del Lazio respinge il ricorso della Regione Puglia. Emiliano: ‘Andremo avanti’

Nei giorni scorsi aveva sospeso l'efficacia della nota che autorizzava l'espianto degli ulivi a Melendugno, ma ora ha respinto il ricorso

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della Regione Puglia per ottenere l’annullamento delle note del Ministero dell’Ambiente che autorizzava il Tap all’espianto degli ulivi nell’area del cantiere per il gasdotto. Nei giorni scorsi il Tar aveva sospeso l’efficacia della nota, ma ora ha respinto il ricorso.

Il 6 aprile il presidente del Tar del Lazio con un decreto urgente aveva accolto, in prima battuta, l’istanza della Regione Puglia e aveva sospeso gli atti ministeriali con cui veniva dichiarata pienamente ottemperata la prescrizione A.44 della Via, la Valutazione di impatto ambientale legata ai lavori per il gasdotto nell’area di Melendugno, in Salento. Questa prescrizione è riferita alla cosiddetta fase 0 dei lavori e autorizza Tap, il consorzio a cui fa capo la realizzazione del gasdotto, a espiantare gli ulivi nell’area del cantiere. Ieri il Tar ha riesaminato l’intera questione nel merito, in camera di consiglio, e ha deciso di respingere il ricorso.

“Andremo avanti perché crediamo fermamente che sia ingiusto che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d’Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il maggiore giardino di ulivi d’Italia”.

Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, prendendo atto della sentenza del Tar Lazio che respinge il ricorso della Regione contro l’espianto degli ulivi per la realizzazione del cantiere Tap.

“Continueremo – ha aggiunto – a porre il problema in tutte le sedi, a partire dalla Corte Costituzionale dove pende il giudizio sulla partecipazione della Regione Puglia all’iter decisionale”.

“Siamo convinti – ha detto infine Emiliano – che il tema dell’idoneità tecnica dell’approdo a San Foca non sia derubricabile a un semplice vezzo degli ambientalisti, ma che sia una delle questioni fondanti del rapporto tra sviluppo e identità di un territorio, come quello salentino, che non può essere appaltato a decisioni che vengono da lontano.

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