Da questo gennaio, i 300mila libri della biblioteca nazionale Sagarriga Visconti di Bari, la terza del Sud Italia e con un patrimonio storico culturale importantissimo per il territorio, non saranno più accessibili alla comunità cittadina. Le associazioni studentesche cittadine (Rete della Conoscenza, Zona Franka e Link) hanno lanciato una petizione per salvare il patrimonio culturale presente nel capoluogo pugliese.
“La presenza di presidi culturali come questo rappresenti un importante tassello per le opportunità di sviluppo e di valorizzazione del territorio che rimette al centro un settore importante per il nostro paese – si legge in una nota – quello dei beni culturali che, ad oggi purtroppo, vive in uno stato precario e in cui il volontariato-sfruttamento è diventata una costante nell’ambito lavorativo”.
“In un territorio del mezzogiorno in cui un piano di sviluppo del territorio deve rispondere alla grande problematica dell’abbandono scolastico e delle barriere d’accesso ai gradi più alti dell’istruzione – continuano Savino Ingannamorte, coordinatore di Link Bari, e Luca Dell’Atti, coordinatore di ADI Bari – la chiusura di un polo bibliotecario pubblico così importante sarebbe l’ennesimo colpo al diritto allo studio, nonché al diritto alla cultura: migliaia di studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici si affidano alla consultazione dei libri nel polo bibliotecario per poter svolgere le proprie ricerche o il proprio studio, spesso non potendosi permettere materiale didattico di approfondimento, o non avendo altri luoghi in città in cui farlo”.
Ecco il link della petizione rivolta agli enti interessati per chiedere misure concrete che mantengano attiva la Biblioteca Nazionale. LINK >> https://www.change.org/p/ministero-per-i-beni-e-le-attivit%C3%A0-culturali-salviamo-la-biblioteca-nazionale-bari
Il collettivo nazionale dei professionisti dei beni culturali, “Mi Riconosci”, commenta con la sua rappresentante Alessandra Gabellone la vicenda attraverso i numeri degli ultimi concorsi emanati dal Ministero.
“Nel 2016 veniva emanato un concorso del MIBACT ( Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) che ha visto l’assunzione di 500 unità: un numero esiguo, del quale da bando erano solo 25 le unità da destinare alle biblioteche statali, nessuna per la Regione Puglia. Dopo anni di promesse l’unica misura presa è stata il recente mega concorso per vigilanti: un altro paradosso. Il Ministero ora si impegna a garantire l’apertura e il mantenimento dei servizi nella nostra Nazionale tramite la procedura di mobilità. Una misura che peserà in carenza di personale negli enti da cui si andrà ad attingere: non esiste, infatti, un ente in esubero di risorse. Le misure palliative non possano risolvere la grave situazione dei beni culturali, garantire il corretto funzionamento delle biblioteche e in generale degli enti di cultura. È necessario un costante monitoraggio del numero delle risorse e un consequenziale e mirato piano di reclutamento di personale specializzato, in questo caso di bibliotecari a pieno titolo (senza ricorrere a esternalizzazioni). Solo seguendo questa via si può garantire la tutela, la valorizzazione, la fruizione e la conservazione del patrimonio culturale nazionale per non assistere all’ennesima cronaca di una morte annunciata”.
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