“Capo free – Ghetto off. Cronachette 7.
Ne sono accadute di cose.
Facciamo il punto.
Uno. Erano andati con qualche apprensione. Ma quando sindacalisti e volontari sabato sono arrivati al Ghetto, hanno trovato aria buona, serena. C’era fiducia.
Pomeriggio intenso col risultato di circa trecento lavoratori che si iscrivono alle liste di prenotazione. Invece che legarsi ai caporali provano a fidarsi di noi. Straordinario. Eccezionale. Un primo decisivo risultato. Ora spetta a noi. Dimostrare che funziona. Parte il pressing sulle imprese. Grazie a tutti quelli che ci stanno credendo.
Due. Pensavo, invece, più semplice la riunione con gli amministratori locali. Per uno che si smarca (“i migranti sono un problema in più per la sicurezza nelle campagne”: beh, prima o poi doveva capitarci di sentirlo dire!!!), uno che condivide e offre piena collaborazione. Col nuovo sindaco di San Severo faremo molte cose e saranno belle. Ci daremo una mano. Anzi entrambe.
Tre. Ieri abbiamo incontrato i rappresentanti di Altromercato, il circuito del commercio equo e solidale. Con Libera e Slow Food stanno lanciando “Solidale Italiano” un marchio che mette insieme le esperienze di qualità delle produzioni alimentari italiane. Abbiamo stabilito che sosterranno Equapulia. Dobbiamo valicare i confini regionali, rendere nazionale, anzi europea, la nostra sfida. Devono parlare di questa intensa pagina di cambiamento con la stessa attenzione con cui hanno additato quel luogo della vergogna.
Quattro. Giornata intensissima ieri. Nella seduta pomeridiana di giunta è andata anche la delibera per la copertura finanziaria dei costi di gestione dei campi. La preparazione è in corso, le gare per la fornitura si stanno chiudendo, la Protezione Civile sta selezionando le associazioni cui affidare la responsabilità di gestione, l’Ufficio Immigrazione partirà con l’avviso pubblico per la selezione delle associazioni di volontariato che gestiranno nei campi i vari servizi (mediazione culturale, assistenza legale, animazione, ecc.). Ci siamo, insomma, siamo quasi pronti.
Cinque. Qui e li. Mentre a Bari montavamo questi tasselli, in contemporanea, a Foggia la sottoscrizione del protocollo d’intesa per definire le procedure di iscrizione alle liste di prenotazione. Sindacati, associazioni delle imprese, provincia e agenzia per l’impiego hanno lavorato sodo ed è venuto fuori un accordo che abbiamo approvato e ora proveremo a esportare in tutta la Regione. Gomito a gomito si lavora non a vuoto ma per fare. Insieme.
Sei. Già, giornata dura ieri. Ma oggi non è da meno. Stamane all’Università di Bari un bello scambio di esperienze tra il nostro piano e quello che negli scorsi anni è stato realizzato in alcune comunità della Francia. Dalla serie siamo dinanzi a un problema globale e vogliamo imparare ma abbiamo anche dire qualcosa. Stimolante.
Sette. Il bollino Equapulia ha una forza simbolica potente. L’avevamo concepita per la sfida del Grand Ghetto ma ora si chiede di allargare i confini ad altre situazioni analoghe della Puglia. Stamane in Prefettura a Lecce se ne discute con l’idea di estendere la sperimentazione anche alle colture di quel territorio. Dal pomodoro all’anguria. Buono, anzi ottimo. Speriamo solo di avere la forza. Di farcela.
Tassello dopo tassello il mosaico prende forma.
E’ la forma del cambiamento.
Si suda, assai, ma quando cresce da senso al tutto.
Ripaga tutta la fatica.
Insomma, non ha prezzo”.
Con questo lungo e dettagliato post scritto sulla sua bacheca di Facebook, l’assessore regionale alla legalità e alla trasparenza Guglielmo Minervini ha cominciato la giornata che lo ha visto protagonista nell’Università di Bari al convegno che ha fatto il punto sull’emergenza migratoria nella nostra regione. “Migro-Village”, dal ghetto all’integrazione, questo il tema dell’incontro che fa parte del progetto congiunto finanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini dei Paesi terzi su cui Università di Bari e Regione Puglia stanno lavorando con grande impegno e che hanno voluto confrontare con l’Università di Lille, in Francia. L’esigenza – come si è detto nel dibattito – è quella di fronteggiare tutte le criticità legate al fenomeno migratorio a cominciare dalla ghettizzazione degli immigrati impiegati come lavoratori agricoli. E il processo messo in atto per la chiusura del Ghetto di Rignano Garganico rappresenta senza dubbio una delle sfide più importanti che la Regione Puglia abbia mai assunto. Un progetto concreto di civiltà e di integrazione sicuramente non facile, ma possibile. E la tenacia mostrata anche questa mattina da Guglielmo Minervini ne è la conferma.
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