“Un bambino nato lontano, con tratti somatici e colore della pelle differenti, può essere accolto da due adulti come figlio. E quei due adulti diventeranno i suoi genitori”. Sulle note identitarie del Centro Italiano Aiuti all’Infanzia, da 50 conosciuto semplicemente come CIAI, è questo il principio che svetta. Promuovere il riconoscimento del bambino come persona, difenderne ovunque i diritti fondamentali ed accompagnare le coppie in un percorso difficile e tormentato che ha una visione ben più ampia della presa in carico di un essere indifeso e già fortemente penalizzato dalla vita e dalla società.
In Italia, come in molti Paesi non esiste una legge che regolamenti adeguatamente l’adozione internazionale e il CIAI con le sue azioni offre un contributo ampio di miglioramento e rinnovamento. Un ruolo importantissimo, ormai ampiamente rappresentato in tutte le regioni. In Puglia, la sede centrale è a Bari in via Bozzi 35 (tel. 080.743996 – puglia@ciai.it). L’abbiamo visitata prima di partecipare ad una chiacchierata con la coordinatrice pugliese Stefania Palermo e con la responsabile nazionale delle adozioni Graziella Teti. Quest’ultima, collegata via Skype da Milano (VIDEO). Ci hanno spiegato il senso del loro lavoro e l’iter che si svolge ogni volta che una coppia si rivolge al CIAI. (GUARDA IL VIDEO)
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