9 Febbraio 2025 - Ore
Cronaca

La Scuola Don Bosco isolata nella sua funzione di presidio di cultura, legalità, integrazione

"La bravura si misura in contesti difficili". Il commento di una mamma sull'aggressione subita da una docente dell'istituto scolastico.

La notizia dell’aggressione da parte di una madre ad una docente della scuola media Don Bosco giunge in un periodo per me molto difficile.

Da genitore che ha scelto la scuola di quartiere per le proprie figlie, da cittadina attiva e in ultimo da Presidente del Consiglio d’Istituto del Comprensivo Don Bosco (di cui la nostra piccola Scuola Marconi di San Cataldo fa parte) mi sto chiedendo quanto sia ancora possibile fronteggiare tale degrado.

Eppure in questi due anni, accanto alle innumerevoli difficoltà, ho incontrato tanta bellezza, passione, competenza, creatività.

Perché dell’esperienza ultra ventennale di molti docenti della Scuola Don Bosco nessun giornale parla.
Della presenza di tante famiglie perbene che hanno scelto negli anni il nostro comprensivo nessuna testata sembra occuparsene.

E già! Il bene, purtroppo, non fa notizia.

Ci accontentiamo di titoli sensazionalistici (assolutamente veritieri s’intende) ma sembra che nessuno voglia andare all’origine dei problemi, nessuno intenda indagare le reali responsabilità.

Una docente che stimo profondamente e che mi è molto vicina in questo periodo mi ha giustamente detto poche settimane fa: “tutti i bambini ed i ragazzi hanno diritto a respirare a scuola un clima di benessere”.
Mi chiedo: come hanno vissuto oggi quegli studenti che hanno assistito a questo inaudito atto di violenza?

Un bambino, un ragazzo che vive un disagio o che abbia una disabilità può diventare una risorsa per la sua classe ma che cosa succede se in una classe il numero di bambini deprivati socialmente e culturalmente rappresenta il 70% del gruppo?
Che cosa devono “inventarsi” i docenti per coinvolgere questi ragazzi e “fare scuola”?

Credo sia facile “fare i bravi” nei contesti omogenei.

Credo che la bravura si misuri nei contesti difficili.

La scuola Don Bosco è stata isolata dal sistema scolastico nella sua funzione di presidio di cultura, legalità, integrazione su una parte importante della nostra città: quel quartiere Libertà che non può essere considerato solo una periferia sociale ma che ha DIRITTO a una scuola sicura e dotata di ogni opportunità.

Una Scuola che abbia mediatori linguistici per esempio (negli ultimi due anni l’incremento della popolazione scolastica straniera alla Don Bosco e’ stimato intorno al 30%) o che non debba aspettare mesi la nomina di supplenti o di docenti di sostegno.

Settimanalmente cerco di andare a trovare il personale scolastico della Don Bosco e resto sempre incantata dalla bellezza dell’edificio, dalla serenità che si respira fra le aule della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

Non dobbiamo avere paura: abbiamo delle proposte concrete che vogliamo condividere fra insegnanti e genitori e che vogliamo portare sul tavolo di chi decide: la direzione dell’ufficio scolastico regionale.

Nel frattempo desidero esprimere il mio ringraziamento a Paola Romano che è vicinissima a tutti noi, a don Francesco Preite che non ci molla un istante ma soprattutto un grazie a quei docenti straordinari e a quelle famiglie perbene che rimangono e che RESISTONO!
Noi non ci arrendiamo. Voi, se potete, stateci vicino.


Terry Marinuzzi

 

Elisabetta StucciMaurizio BocconeAngela LongoCaterina Cioce,Rosaria ChiediDoNy Tripo, Mariella De Marzo.

 

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