12 Dicembre 2024 - Ore
Enogastronomia

A Pasqua, carne di agnello o di cane?

"MI auguro che il vostro agnello pasquale vi faccia riflettere su chi siete mentre lo masticate"

Leggendo “il Dilemma dell’Onnivoro” di Michael Pollan scopro che la metà dei cani americani riceve un regalo a Natale dai propri padroni. Mi sembra un’attività alquanto schizzoide se poi consideriamo che nello stesso continente si mangia carne anche tre volte al giorno, tutti i giorni dell’anno. Ci interessa molto la qualità della vita del cane ma a nessuno importa come vive un pollo rinchiuso nella sua batteria, un maiale costretto nella sua gabbia per tutta la sua – breve – vita e soprattutto, eleggiamo l’agnello pasquale a vittima sacrificale per togliere i peccati del mondo.

Lungi da me l’intenzione di fare la ramanzina ai mangiatori di carne. Vorrei solo aprire una riflessione su come consideriamo la vita dell’animale. Perché il cane riceve regali a Natale e l’agnello un coltello alla gola a Pasqua? E una discriminazione basata sull’intelligenza di cui è dotato l’animale? Di sensibilità? Di concezione dell’anima?
E le brasciole di cavallo allora? Il polpo con le cipolle che sono la morte sua?

“La sparizione degli animali dal nostro quotidiano ha aperto una zona franca in cui sentimentalismo e brutalità convivono con la realtà” annuncia M. Pollan.
Il ragionamento è profondo e tocca sfere emozionali ed etiche: mangiamo carne perché ci sentiamo superiori a qualsiasi altra razza animale. Qui si intacca il principio ecologico e morale dell’uguaglianza.
Per cui, poiché una gallina è notoriamente stupida, un maiale rozzo e sporco, un agnello da latte privo di “anima”, devo necessariamente considerare che esistono differenze da cui non posso prescindere e che sono la discriminante.

Se potessi applicare questo principio a tutte le razze animali, mi dovrei – senza alcun problema – scagliare contro alcuni membri del governo che dimostrano di essere poco dotati di cervello e di cuore, figuriamoci di anima, e operando per il bene comune, porre fine alla loro misera vita a favore di esemplari più elegantemente dotati.

Ma, gli uomini sono diversi dagli animali! E’ per questo che trattiamo in maniera diversa bambini e agnelli. Ciò che potrebbero avere in comune è la loro riluttanza alla sofferenza.
Vi ricordo che in un passato non molto remoto (mi riferisco alla schiavitù, dove abolita) e in un presente tenuto nascosto, alcuni gruppi etnici di razza umana posseggono meno diritti di un animale. Là dove alcuni animali sono coperti dalla Carta dei Diritti, ci sono umani che periscono le supremazie di altri umani più forti solo perché affetti da ritardo mentale, menomazione fisica, di pelle non-bianca, di lingua straniera o vivono la loro quotidianità in modalità diversa, o semplicemente perché di sesso femminile, di diverso credo religioso o orientamento sessuale non accettabile dalla comunità.
Quindi, l’umano non sottomette solo il non-umano ma, anche esemplari della stessa razza ritenuti inferiori.

Mi rendo conto che è un argomento complesso da sviscerare in 3096 battute ma, spero solo che il vostro agnello pasquale, oltre a togliere i peccati del mondo, vi faccia riflettere su chi siete mentre, lo masticate.

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