Secondo appuntamento per la rassegna di “Sorsi di storie” all’interno del progetto GOOD MORNING MY FUTURE, promossa dalla Banca di Credito Cooperativo degli Ulivi – Terra di Bari e organizzata in collaborazione con il Laboratorio Urbano Rigenera di Palo del Colle.
Sarà Paolo Giordano l’ospite dell’incontro in programma giovedì 21 febbraio nella sala congressi BBC degli Ulivi. Scrittore e dottore in fisica, Giordano è il più giovane autore italiano premiato nel 2008 con il Premio Strega con il romanzo La solitudine dei numeri primi e, nello stesso anno con il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Fiesole Narrativa Under 40 e il Premio Letterario Merck Serono. Tradotto e pubblicato in 26 lingue, nel 2010 il suo libro è diventato un film con la regia di Saverio Costanzo. “Divorare il cielo” è il suo ultimo romanzo, edito da Einaudi, selezionato anche tra i finalisti del Premio Presìdi del Libro. Un romanzo potente e generoso, che restituisce al lettore l’antica meraviglia di una grande storia in cui perdersi.
Divorare il cielo
Quei tre ragazzi che si tuffano in piscina, nudi, di nascosto, entrano come un vento nella vita di Teresa. Sono poco piú che bambini, hanno corpi e desideri incontrollati e puri, proprio come lei. I prossimi vent’anni li passeranno insieme nella masseria accanto, a seminare, raccogliere, distruggere, alla pazza ricerca di un fuoco che li tenga accesi. Al centro di tutto c’è sempre Bern, un magnete che attira gli altri e li spinge oltre il limite, con l’intensità di chi conosce solo passioni assolute: Dio, il sesso, la natura, un figlio.
Le estati a Speziale per Teresa non passano mai. Giornate infinite a guardare la nonna che legge gialli e suo padre, lontano dall’ufficio e dalla moglie, che torna a essere misterioso e vitale come la Puglia in cui è nato. Poi un giorno li vede. Sono «quelli della masseria», molte leggende li accompagnano, vivono in una specie di comune, non vanno a scuola ma sanno moltissime cose. Credono in Dio, nella terra, nella reincarnazione. Tre fratelli ma non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, inestricabilmente legati l’uno all’altro, carichi di bramosia per quello che non hanno mai avuto. A poco a poco, per Teresa, quell’angolo di campagna diventa l’unico posto al mondo. Il posto in cui c’è Bern. Il loro è un amore estivo, eppure totale. Il desiderio li guida e li stravolge, il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. Perché Bern ha un’inquietudine che Teresa non conosce, un modo tutto suo di appropriarsi delle cose: deve inghiottirle intere. La campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent’anni e quattro vite. I giorni passati insieme a coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l’altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto dell’universo.
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