19 Aprile 2024 - Ore
Ambiente / Cronaca / Cultura e Spettacolo

Disco di Nerba, gli archeologi cercano la più antica immagine del cielo sui fondali pugliesi

I ricercatori hanno iniziato le ricerche nell'area marina protetta di Torre Guaceto; si proseguirà a Roca Vecchia di Melendugno

È al largo della costa brindisina e leccese che i ricercatori dell’Università di Halle cercano il collegamento tra la Mesopotamia, dove ha origine il Disco di Nebra – la più antica raffigurazione del cielo, su lastra in bronzo con lamine d’oro – e la Germania, dove è stato deposto, probabilmente attorno al 1600 avanti Cristo.

I ricercatori della Landesamt für Denkmalpflege und Archäologie Sachsen-Anhalt di Halle, della soprintendenza tedesca e di quella di Brindisi Lecce Taranto hanno iniziato le ricerche nell’area marina protetta di Torre Guaceto; si proseguirà a Roca Vecchia di Melendugno. “Si cerca il collegamento mancante – spiega François Bertemes, docente di archeologia preistorica alla Martin-Luther Universität di Halle -. Sappiamo che le origini delle immagini, la rappresentazione dei fenomeni astronomici sul disco di Nebra sono in Egitto e in Mesopotamia.


Ma non sappiamo in che modo questa informazione è arrivata in Europa”. A Torre Guaceto è in azione SeaCat, un veicolo autonomo sottomarino. Era stato trovato nel 1999 da clandestini nei boschi del Mittelberg, con armi e ornamenti in bronzo, vicino alla cittadina di Nebra ed è custodito nel museo di Halle. “Torre Guaceto e il suo immenso patrimonio naturalistico ed archeologico non smettono di stupirci”, commenta il presidente del Consorzio, Corrado Tarantino. 

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