“Calenda? Non ha capito che noi, anche se mangiamo polpi e cozze, abbiamo studiato. E sappiamo leggere e scrivere”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Ecg Regione (Radio Cusano Campus) dal deputato Pd, Francesco Boccia, in risposta al ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, con cui lo scorso 12 maggio ha avuto uno scontro su Twitter.
“Quella di Calenda è stata una caduta di stile – continua Boccia – Non è la prima, non sarà l’ultima. Ogni volta che chiedo a Calenda il perché della sua scelta sulla vicenda Ilva mi risponde che lui ha fatto una gara, come se noi fossimo tutti dei creduloni. Una cosa sono le gare, un’altra le scelte politiche”. E spiega: “Non è un mistero che, da un cambio all’altro di governo e anche del dicastero dello Sviluppo Economico, il nostro esecutivo abbia indirizzato Cassa Depositi e Prestiti dalla cordata guidata da Jindal, un’azienda che non ha stabilimenti in Europa e che portava con sé imprenditori importanti, al sostegno di Mittal e di Marcegaglia, altra cordata. Mittal è la prima azienda al mondo, ma è piena di stabilimenti in Europa e fa del carbone il proprio Dio. Visto che parliamo dell’Ilva, la più grande acciaieria in Europa, con un disastro ambientale accertato con dei condannati, abbiamo il dovere di garantire ai tarantini che non accadrà più quanto è successo”.
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