“Pensiamo di investire una cifra significativa, nell’ordine di diversi miliardi di euro. L’obiettivo è arrivare, in un periodo compreso fra i tre e i cinque anni, a produrre fra i 10 e i 12 milioni di tonnellate all’anno. Sei milioni di tonnellate con le tecniche tradizionali e fra 4 e 6 milioni di tonnellate prodotte con tecniche alternative, fra cui l’ utilizzo diretto del gas nel processo produttivo, il preridotto e il forno elettrico ad arco che consentirebbe di dare maggiore flessibilità ai livelli produttivi”. A dichirarlo è Saijjan Jindal, presidente di Jindal South West, società indiana entrata a novembre nella cordata per Ilva di Acciaitalia.
Durante l’intervista, Jindal ha spiegato di credere nel progetto Ilva: “Vogliamo fare il nostro primo investimento in Europa – spiega al quotidiano – e trasformarla nella maggiore acciaieria europea per volume e per profittabilità. E, attraverso l’utilizzo del gas, desideriamo farne il nuovo standard per il rispetto dell’ambiente in Europa in armonia con la diminuzione dei gas serra che è un obiettivo prioritario dell’Unione europea”.
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