20 Marzo 2023 - Ore
Sviluppo e Lavoro

I sindaci italiani si mobilitano contro il blocco del decreto milleproroghe: ‘Persi oltre quarantamila posti di lavoro’

Tanti comuni dovranno rinunciare a decine di milioni di euro dopo la decisione del nuovo governo di congelare i fondi per il bando periferie fino al 2020

l blocco dei progetti colpisce municipi di ogni colore politico: a Livorno vanno in fumo 18 milioni e i nuovi alloggi popolari, Roma e Torino – guidate da sindaci M5Stelle – perdono 40 milioni a testa. Reggio Calabria, Catania, Messina (dove la città metropolitana contava di realizzare 44 interventi in 39 comuni), Napoli (soldi impegnati dal sindaco Luigi De Magistris per riqualificare il quartiere Scampia), Genova (dove si prevedevano ristrutturazioni di scuole e loro adeguamento antisismico, mitigazione del rischio idrogeologico, sistemazioni idrauliche e ristrutturazioni stradali in diversi Comuni della provincia) e Palermo. Venezia, guidata dal forzista Brugnaro, perde oltre 50 milioni e salta la riqualificazione dell’ex manifattura tabacchi. A Milano persi 18 milioni destinati in parte a una scuola media e a un parco nel quartiere Adriano.

Il decreto milleproroghe blocca di fatto 1625 interventi accolti nei 96 progetti presentati da Comuni e Città Metropolitane che investono la vivibilità di 326 Comuni italiani, un terzo dei quali ricade in Sicilia.
Il blocco dei progetti del bando periferie oltre a far retrocedere i partner privati che, con gli enti pubblici, si sono impegnati a garantire un cofinanziamento pubblico-privato di 1,1 miliardi di euro – genera una perdita reale di 42 mila posti di lavoro ed effetti diretti e indiretti su 9,5 miliardi di euro (considerando l’indotto).

Il Bando periferie è stato il cardine attorno a cui enti, istituzioni, associazioni, ordini professionali, università, imprenditori, giovani e volontari hanno ripensato intere aree abbandonate delle città: interventi di sicurezza sociale, di recupero urbanistico, architettonico, di interconnessione modale, mobilità dolce e servizi sharing: alcuni progetti investono sulle aree più degradate, recuperandone la possibilità di viverle. In parecchi, Comuni piccoli e grandi, hanno già avviato le procedure di gara o addirittura aperto i cantieri; ma i progetti sono finiti nel nulla.
Tutto questo è stato bloccato, azzerato, congelato al 2020 dal Governo. E per questo motivo, i sindaci di tutti i Comuni interessati hanno deciso di scendere in campo, a difesa delle rispettive città, paesi, comunità. Capofila è Palermo dove mercoledì 17 ottobre (alle 12) il sindaco Leoluca Orlando firmerà per primo un documento unitario, sottoscritto da moltissimi altri sindaci e supportato da ANCI nazionale, contro la manovra del Governo. Saranno presenti i sindaci di Matera, Campobasso, Ravenna, Ancona, Varese, Bologna, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Siracusa, e altri che si stanno aggiungendo in queste ore.

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