affina le strategie di controllo del territorio e delle attività produttive attraverso varie forme di estorsione, fa quasi il paio con lo strano giallo della sparatoria che a mezzanotte ha terrorizzato gli avventori dei locali di corso Vittorio Emanuele. Colpi sparati in mezzo
alla gente, da chissà chi, indirizzati chissà a chi, senza che nessuno abbia visto niente.
Dobbiamo arrenderci a questo stato di cose? Che altro devono dire o fare gli inquirenti, le forze dell’ordine perché sia chiaro a tutti che il tempo della ricreazione è scaduto da un pezzo? Cos’altro deve accadere perché vi sia una mobilitazione reale, trasversale, senza
preclusioni ideologiche, di tutte le forze politiche, di tutte le figure istituzionali di Bari e dell’area metropolitana, non estranea alla recrudescenza dei fenomeni criminali, dei parlamentari e dei consiglieri comunali e dei municipi, con il sindaco in testa, del mondo dell’associazionismo, del volontariato, delle imprese, del commercio e della cultura, perché si faccia fronte comune?
La lettera del sindaco seguita al mio appello al ministro Alfano per chiedere la nomina immediata del questore di Bari e maggiori risorse per forze dell’ordine e magistratura, va bene. Ho apprezzato. Ma a Decaro avevo chiesto qualcosa di più che una semplice e solitaria missiva al Governo. Avevo chiesto una sorta di Stati Generali sul tema sicurezza e
un’azione corale ed efficace per dare più forza e sostanza non solo alle rivendicazioni relative a urgenti interventi sul fronte delle risorse economiche, di mezzi e di organico, ma anche alla proposta di altrettante urgenti politiche per la prevenzione del disagio sociale e per il sostegno alle persone in difficoltà, considerato che l’aumento esponenziale della povertà secondo il report dell’Istat, non è un dato cui il territorio metropolitano, Bari e la stessa Puglia può dirsi
estraneo, né può essere scollegato totalmente all’aumento di manodopera assoldata dalla criminalità”. “Quello della sicurezza e della lotta alla criminalità in tutte le sue declinazioni – conclude d’Ambrosio Lettieri – non è tema su cui si può procedere in ordine sparso. Sempre che si voglia il bene della comunità che rappresentiamo”.
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