Si chiama Mario ed è il nuovo amico dei malati di Alzheimer. Tecnicamente parlando si tratta di un Managing active and healthy aging with use of caring service robots. Un sistema, cioè, di gestione dell’invecchiamento attivo e in salute mediante l’uso di un assistente robot.
Mario è un automa dall’aria simpatica occhi grandi, forme umanoidi, concezione innovativa. L’ospedale voluto da Padre Pio a San Giovanni Rotondo ne sta sperimentando tre esemplari sui pazienti con demenza nell’Unità di geriatria. E’ il prodotto di un progetto europeo da 4 milioni di euro, che coinvolge una decina di università, centri di ricerca, imprese e strutture sanitarie di sei diversi paesi: per l’Italia il Cnr e, appunto, la ‘Casa sollievo della sofferenza’, a San Giovanni Rotondo, in Puglia.
Prima di Mario altri robot sono stati dedicati all’Alzheimer, ma questo nuovo prototipo, facendo tesoro delle precedenti esperienze e sfruttando le più recenti tecnologie, offre prestazioni particolarmente elevate. Non dà assistenza fisica, ma aiuta e aiuterà sempre di più i malati a ricordare e a sentirsi meno soli. Si attiva con la voce e può interagire in due modi: a comando vocale o attraverso un tablet touch screen posto sul petto. Telefona, apre le porte, ricorda gli orari dei pasti e delle pillole.
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