Per la legge, il matrimonio di una musulmana con un non musulmano (il marito di Meriam) non è valido. Arrestata per adulterio, condannata a 100 frustate e all’impiccagione, al processo ha negato ogni conversione, ribadendo le sue origini e la sua ” formazione ” cristiana. Ma non c’è stato nulla da fare. Il mondo ha tempo due anni per provare a fermare questo scempio: la condanna arriverà infatti dopo aver garantito alla donna la possibilità di partorire e allattare il nascituro.
Iniziano a circolare le prime petizioni sul web e le prime condanne internazionali. Non è escluso che si potrebbe ottenere qualche risultato: già in passato, in episodi che hanno violato i diritti umani, le forti pressioni delle comunità internazionali hanno evitato il peggio. Amnesty International ha già definito la sentenza “ semplicemente ripugnante ”. Non è ammissibile che una persona non possa scegliere che religione seguire. Vogliamo il rilascio di Meriam.
#meriamdevevivere
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