Incontriamo la musicista barese di fama internazionale, Gianna Montecalvo. Diplomatasi in pianoforte, canto e musica jazz con il massimo dei voti presso il Conservatorio N. Rota di Monopoli, ha iniziato la sua attività artistica come jazz vocalist nel 1988. Docente di canto jazz presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari, la sua attività artistica è unita al nome di Roberto Ottaviano con cui continua a collaborare.
D.: Prof.ssa Montecalvo ci può svelare com’ è venuta a contatto per la prima volta con la musica e quale è stato il momento in cui la passione del canto si è trasformata in consapevolezza?
R. Ho iniziato lo studio del pianoforte classico un po’ per sfida ed un po’ per gioco, successivamente mi sono iscritta in Conservatorio dove ho proseguito gli studi. La mia idea della musica era legata solo alla musica classica ed al pianoforte fino ai miei 23/24 anni. Poi è avvenuto altro ed ho scoperto il pianeta voce e soprattutto la” mia voce.”
D.: Ripercorrendo la sua formazione musicale, perché proprio il jazz e non la lirica? Quanto il jazz ha influenzato nelle sue scelte e nel rapporto con la sua terra?
R.:Io credo che sia stata proprio la voglia di rompere con tutto quello che avevo fatto e perseguito negli anni. Questa terra non la sento mia e il rapporto con la Puglia è sempre stato conflittuale e vissuto male. Diciamo che non mi sento molto “ accolta” e che a dispetto di tutto quello che si pensa la Puglia e Bari per me restano dei luoghi difficili e molto ristretti.
D.: Per le sue doti vocali Lei è stata più volte indicata a livello nazionale come un personaggio di riferimento. Qual è stato l’incontro o l’evento più significativo che lei ricorda con grande emozione?
R. Non ho dubbi : duettare con Sheila Jordan durante una jam ed avere i suoi apprezzamenti.
D.: Esibendosi più volte anche all’estero, quali differenze ha riscontrato nel pubblico che l’ha ascoltata?
R.: Ricordo benissimo i concerti a Mosca e quell’abbraccio colmo di affetto e gratitudine del pubblico russo, fantastico, un grande senso di rispetto. E’ avvenuto a dicembre dello scorso 2014 in occasione della partecipazione, insieme a due miei colleghi del Conservatorio Piccinni, Roberto Ottaviano e Alessandro Binetti, alla 5^ edizione del “Festival dell’Arte Italiana a Mosca: Suggestioni di Puglia”, promosso e organizzato dal CESVIR in collaborazione con la Direzione dei Programmi internazionali. Ricordi bellissimi, una grande emozione. Quanto sarebbe bello poterci ritornare!
D.: Cosa pensa dell’attuale scena musicale jazz?
R. :Il jazz in Italia è vivo e fecondo ma viene spesso disturbato da schizzi di pop camuffato da altro. La verità è che ci sono pochi luoghi dove fare live e in Italia non sonno nemmeno aiutati da politiche adatte. I pochi gestori che continuano a fare musica dal vivo sono quasi “ eroi”.
D.: Insieme a chi si esibirebbe senza nessuna esitazione? Ha un personale sogno nel cassetto fin’ora irrealizzato?.
R.: Adoro Fred Hersh e poter cantare accompagnata dal suo pianoforte sarebbe davvero un grande , grandissimo sogno.
D.: Lei è anche un eccellente docente presso il Conservatorio di Bari e di altre città d’Italia. Attraverso la sua notevole esperienza e i suoi insegnamenti, cosa intende trasmettere ai giovani musicisti e quali consigli darebbe a chi intende addentrarsi nel mondo della musica?
R.:Ho insegnato davvero dappertutto ma da qualche anno sono finalmente a casa, vicino alla mia famiglia. Il consiglio più grande? Studiare, appassionarsi, riflettere.
D.: Quali sono i progetti futuri su cui stai lavorando?
R.: Un nuovo disco dove lavorerò su materiale originale e abbastanza trasversale, dove confluiranno tutte le mie esperienze di questi anni.
D.: Tutti sanno che ultimamente lei ha perso un amico caro direi fraterno, anche lui musicista di fama internazionale: Davide Santorsola. Vogliamo formulare un pensiero in suo ricordo?
R.: Non riesco a parlare di Davide senza sentire un nodo in gola ed una morsa nel cuore. Lui è stato uno dei musicisti più straordinari che io abbia mai conosciuto e soprattutto un amico speciale. La Puglia ha perso una grande personalità della cultura. Ogni giorno ho un pensiero per lui e lui ne ha per me perché sento che è qui con me e la sua opera continuerà per sempre.
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