Salvatore Girone e Massimiliano Latorre non avrebbero colpito i due pescatori al largo delle coste indiane. Non è un’ipotesi, ma un dato concreto dimostrato dal referto autoptico delle vittime, reso pubblico da Dagospia attraverso un servizio firmato da Maria Giovanna Maglie.
La pallottola ritrovata nei corpi di una delle due vittime misurava 31 millimetri e aveva una circonferenza di 20 millimetri alla base e di 24 nella parte più larga. Proiettili molto diversi sono invece forniti all’esercito italiano, che utilizza i fucili mitragliatori Beretta AR 70/90 e Mimmi.
Le pallottole sono compatibili con un kalashnikov di fabbricazione russa, jugoslava e cinese. Quest’arma è in dotazione ai fucilieri dello Sri Lanka, paese “in conflitto per la gestione delle zone di pesca del tonno con respingimenti in mare da parte” cingalese, spiega ‘Il Mattino’.
Un ulteriore elemento che scagionerebbe i marò è il fatto che l’ogiva è stata ritrova “quasi intatta nel cranio del pescatore”: ciò vuol dire ch quel colpo è stato sparato da almeno un chilometro di distanza, anche di più.
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