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I disturbi alimentari, quali l’anoressia, la bulimia e i disturbi alimentari non altrimenti specificati costituiscono non solo uno dei mali della società moderna, ma anche la prima causa di morte per malattia tra le ragazze di età compresa tra i 12 e i 25 anni. Nel rapporto con il cibo è possibile che si instaurino stili alimentari particolari; se questi però sono tali da compromettere la qualità della vita e dei rapporti sociali ci si trova in presenza di un disturbo del comportamento alimentare. Nel nostro Paese i disturbi alimentari stanno dilagando a macchia d’olio con conseguenze gravissime non solo tra il sesso femminile, ma anche in quello maschile. I dati parlano chiaro: si ammalano di “alimentazione” oltre 9.000 persone l’anno e ne risultano affette circa 3 milioni. In particolare alcuni dati dimostrano che nelle giovani tra i 12 e i 25 anni lo 0,5% soffrirebbe di anoressia, tra l‘1% e il 2% di bulimia, tra il 5% e il 6% di disturbi alimentari non altrimenti specificati; la percentuale salirebbe al 10% se si considerassero i casi che presentano un alterato rapporto con il cibo e con il corpo che pur non considerati patologici dai manuali psichiatrici potrebbero essere la spia per un futuro disturbo alimentare. Nonostante tali dati rappresentino un allarme socio-sanitario non vengono purtroppo presi nella dovuta considerazione: un’individuazione precoce dei sintomi e un trattamento adeguato, porterebbero con buona probabilità alla guarigione.