Al tempo d’oggi ragazzi e adulti sono connessi via smartphone e social, spesso inconsapevoli o non perfettamente informati sui pericoli e sulle conseguenze delle attività online e delle chat room. La vita quotidiana di quasi l’intera umanità ormai si basa sui media digitali e sono veramente pochi quelli che si soffermano a preoccuparsi dei dati in rete e di quante informazioni personali circolino, con il rischio di furti d’identità e tanto altro a scopi illeciti. Una vera e propria contraddizione nei confronti di una legge varata proprio per difendere la privacy.
Dalle statistiche emerge che i giovani sono molto abili nell’uso delle nuove tecnologie, ma ciò non significa che ne facciano un uso consapevole e responsabile. L’estrema confidenza e la naturale curiosità può condurli a superare i confini della prudenza, imbattendosi in situazioni infelici. Oggi un minore riceve il suo primo smartphone mediamente tra gli 11 anni e i 12 per comunicare con i genitori e gli amici, nel tempo libero gioca al computer e, per reperire notizie o fare ricerche, sempre più studenti preferiscono navigare in Internet piuttosto che andare in biblioteca. Non è una novità che la Rete sia il paradiso dei pedofili e non esistono reti perfettamente sicure di cui fidarsi. Sono trappole insidiose, fatte spesso di ricatti, in cui finiscono sempre più ragazzine in cerca di attenzioni o di popolarità. Anche gli adulti non si rendono conto di come sia facile che le foto dei propri bambini, postate semplicemente per condividere un momento di gioia, finiscano nei siti pedopornografici. Ormai sono tanti i casi denunciati, di vario genere e di diverse nature, ma tutti perpetrati da gente senza scrupoli e disposti a calpestare la dignità e le fragilità altrui.
Certo, internet fa parte di una nuova tecnica culturale, una rivoluzione dell’informazione che offre a tutti numerose opportunità di apprendimento veloce, necessario nella vita quotidiana e in quella professionale, ma sarebbe utile sviluppare contestualmente la consapevolezza dei rischi e la capacità di proteggersi dall’uso improprio del web, oltre che a guardarsi dalle informazioni, peraltro, non sempre affidabili e attendibili. Ai genitori e agli insegnanti spetta pertanto un ruolo molto importante, quello di vegliare costantemente sui minori, prede facili di adescatori, per aiutarli a valutare i siti frequentati e a spiegare loro come comportarsi in caso di difficoltà ed evitare traumi. Anche gli adulti non se sono immuni, perchè internet negli ambienti di lavoro ha sostituito i vecchi sistemi di comunicazione e di conduzione degli affari e spesso dati sensibili, messaggi e tanto altro viaggiano su terreni minati, al punto da portare il Consiglio d’Europa a redigere una convenzione internazionale per proteggere la società dalla criminalità informatica.
Non dimentichiamo in ultimo che internet può dare dipendenza, una vera e propria patologia dettata dall”uso eccessivo che, oltre a determinare tensioni nelle relazioni familiari per via del troppo tempo sottratto agli affetti, l’uso eccessivo può danneggiare seriamente la salute e l’umore nell’individuo.
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