Notizia di queste ore, lanciata in Italia da Striscia La Notizia e rimbalzata su tutti i principali media e social italiani, è la denuncia da parte di una cittadina Italiana residente all’estero circa la presunta vendita di prodotti italiani scaduti o contraffatti nella data di scadenza, presso le due sedi di Eataly di New York. Notizia che ha fatto seguire l’inevitabile consegna del temutissimo Tapiro d’Oro ad Oscar Farinetti da parte di Valerio Staffelli della redazione del noto telegiornale satirico di Mediaset. Trattandosi di New York e in particolar modo di cibo italiano e di sicurezza alimentare, abbiamo chiesto di commentare l’accaduto alla italo pugliese Antonella Ricco, Culinary Nutrition Expert, Private Chef e Taste of Italy Ambassador presso la Italy-America Chamber of Commerce of Texas di base a New York.
Ma a parziale discolpa di quanto accaduto, è doveroso precisare che, a differenza di quanto previsto dalla normativa europea, le leggi e i regolamenti sul cibo negli gli Stati Uniti – normati dalla Food and Drug Administration (FDA) – non escludono la vendita di prodotti che vadano oltre la data di scadenza indicata sull’etichetta, con l’eccezione del latte artificiale. La FDA cioè non richiede alle aziende alimentari di mettere obbligatoriamente ‘data di scadenza’ o ‘da consumarsi entro il’ o ‘da consumarsi preferibilmente entro’ sulla etichetta dei prodotti alimentari. Questa informazione è interamente a discrezione del produttore ma non impone una restrizione normativa per la commercializzazione del prodotto oltre la data indicata. Quindi di fatto i gestori di Eataly a New York non hanno commesso alcun illecito nè tanto meno – per le leggi vigenti – messo a repentaglio la salute dei consumatori americani”. Antonella Ricco ha quindi spiegato che se per gli Italiani questo puo’ sembrare un controsenso, non lo è per il principio di legislazione alimentare che vige negli Stati Uniti. A prescindere dalla data di produzione o di scadenza, negli USA la legge impone che gli alimenti in commercio nei vari Stati debbano essere sempre sani e commercializzati secondo le migliori regole e prassi per la conservazione della qualità originale, al fine di garantire sempre l’applicazione dei criteri base di sicurezza alimentare ascrivibili a quel determinato prodotto. Questo comporta che qualsiasi indicazione posta sulla etichetta circa la durata dell’alimento non sollevi il produttore ovvero il distributore di quel prodotto da tale obbligo di sicurezza alimentare, indipendentemente dalla data stampata sull’etichetta. L’FDA si riserva inoltre la facoltà di far rimuovere dal commercio un determinato prodotto qualora si accertasse una sua possibile pericolosità o tossicità causata da deterioramento e/o da cattiva conservazione.
Per concludere, un suggerimento dalla Ricco: “Una sana educazione alimentare, inizia sempre facendo bene la spesa. Prima di comprare qualsiasi prodotto confezionato, io suggerisco sempre ai miei clienti americani non solo di leggere le eventuali date di scadenza, ma soprattutto di leggere le etichette che elencano gli ingredienti perchè in taluni casi i nomi commercializzati sulle confezioni non rispondono alle reali aspettative del cosumatore . Suggerisco inoltre una preliminare ispezione visiva del prodotto e di diffidare di prodotti deteriorabili che non sono visionabili preliminarmente per il tramite di confezioni trasparenti ovvero attraverso apposte finestrelle predisposte nel packaging. E per i consumatori piú esperti e piú interessati alla linea, uno sguardo anche ai ‘Nutrition Facts” (Fattori Nutrizionali) – obbligatori nelle confezioni per chi esporta negli USA ma ancora non obbligatori per chi commercializza in Italia”.
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