Sottraevano soldi dai conti postali dei clienti. Su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Lecce Giovanni Gallo su richiesta del pm Giovanni Gagliotta, una persona è finita in carcere e altre cinque agli arresti domiciliari. Tra le persone coinvolte anche dipendenti di Poste Italiane. Le somme sottratte ai clienti ammontano a più di un milione di euro.
A finire in manette, Cosimo Prete, 55 anni, di Parabita, responsabile, Marcolino Andriola, 48 anni, di Cellino San Marco, Pierluigi Anelli, di 47 anni e Stefania Di Matteo, di 49 anni, entrambi di Roma, Luigi Cecere, 27 anni, e Antonio Silvestri, di 40 anni di Casavatore (Napoli). Prete è accusato di truffa aggravata ai danni della Pubblica amministrazione, falso materiale e frode informatica; gli altri arrestati di concorso in riciclaggio. Le indagini sono partite nel 2012 in seguito ad una segnalazione dell’ufficio Certificatore di Poste Italiane per un’operazione sospetta avvenuta in un ufficio postale di Locri (Reggio Calabria), dove su un libretto era transitata la somma di un milione e 290 mila euro. Secondo l’accusa, Prete avrebbe duplicato, si sospetta con la complicità interna di qualcuno, il libretto di una donna residente a Locri di origine eritrea. Quella somma non si sa bene, almeno parzialmente, quale fine abbia fatto, così come i soldi di 16 clienti di Poste Italiane ai quali, nell’ufficio di Parabita, sono stati fatti firmare documenti per investire il denaro in buoni fruttiferi. Gli investigatori hanno comunque accertato che Cecere, con una parte del denaro proveniente da operazioni illecite, ha acquistato due auto di lusso del valore complessivo di 65 mila euro, mentre Silvestri avrebbe beneficiato di 324 mila euro attraverso giroconti e vaglia circolari.
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