Il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha tenuto una conferenza stampa di fine legislatura, per fare un punto sui dieci anni trascorsi: “è stata un’esperienza molto bella ma anche dolorosa – ha detto- so che abbiamo avuto inciampi e criticità in una regione in cui la crisi ha prodotto 800 mila poveri. Ma noi abbiamo fatto la guerra alla povertà non ai poveri. Non penso di aver strumentalizzato il mio ruolo di governatore per giovarne come leader di partito. . Ho fatto il contrario. Ho provato a usare il mio ruolo di leader per raccontare la Puglia nel mondo”. “Quando dieci anni fa sono entrato in questo palazzo- ha continuato il governatore uscente- mi sono spaventato molto. Prima li vedevo da lontano e ne denunciavo le incongruenze. Sono stato molto determinato nell’immaginare che dieci anni concludono naturalmente un ciclo. E sono grato a tutti quelli che mi hanno sopportato. La Puglia non c’era. Era un concetto geografico sulla mappa. E neanche particolarmente attrattiva per gli italiani. Invece oggi è un brand di qualità”.
Il presidente uscente annuncia un’uscita di scena anche dal suo partito: “spero che cominci l’ultimo percorso della mia vita pubblica in cui intendo accompagnare Sel verso una nuova destinazione e poi spero mi sia consentito di fare un passo indietro”. “Il mio futuro sono questi due mesi – ha detto ancora – nei quali sarò impegnatissimo a fare quello che è mio dovere fare, dopo mi prenderò qualche giorno di riposo. Avrò il tempo per riorganizzare la mia vita. L’obiettivo mio fondamentale è recuperare la cosa che più mi è mancata in questo decennio,l’allegria. Voglio che mi restituiscano l’allegria. Perché vivere spericolatamente è un vivere ogni giorno dovendo stare su tutte le frontiere, sentirsi responsabile di tutti con dei giorni e delle notti che sono indimenticabili, come i giorni e le notti dei fuochi sul Gargano o dell’alluvione sulle Murge o la strage di Castellaneta, sono giorni indimenticabili e rischi di perdere il rapporto corretto col riposo, con il respiro della vita”.
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