Sono stati presentati, in conferenza stampa, i primi risultati delle azioni messe in campo dal Centro Antidiscriminazioni dell’Assessorato al Welfare del Comune di Bari, in particolare nell’ambito del programma di attività realizzate al fine di sensibilizzare la cittadinanza e sostenere le persone vittime di discriminazione o violenza, o in condizioni di vulnerabilità, legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
All’incontro sono intervenuti l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, la coordinatrice del Centro antidiscriminazioni Marika Massara, la POS per l’attuazione Politiche sociali minori e famiglie Francesco Elia, i rappresentanti di Uniba, Poliba e delle associazioni Agedo e Zona Franka e i dirigenti Asl. Nel corso dell’incontro è stato anche proiettato il saluto di Mattia Peradotto, coordinatore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali – UNAR della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
II Centro Antidiscriminazioni è un progetto dell’Assessorato al Welfare del Comune di Bari gestito dalla cooperativa sociale Medihospes all’interno delle attività della Rete dei Centri Antiviolenza SanFra. Il Centro ha ricevuto un finanziamento nazionale pubblico da UNAR (articolo 105-quater, come modificato dall’art. 38-bi, comma 1, Decreto Legge 14 agosto 2020 n. 104 convertito con legge 13 ottobre 2020 n. 126).
Il servizio offre attività di sostegno psicologico, sociale e legale in favore di soggetti vittime di discriminazione o violenza o che si trovino in condizioni di vulnerabilità legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
“Oggi vogliamo restituire alla città il senso del lavoro condotto nel primo anno di vita del centro grazie all’impegno e alla professionalità di una rete qualificata di partner – ha dichiarato Francesca Bottalico -. Gli attori di questo processo di cambiamento culturale sono realtà attive da anni sui temi del contrasto alle discriminazioni legate all’orientamento sessuale e alle identità di genere. Il Centro Antidiscriminazioni, il primo a carattere pubblico, ha operato grazie a una serie di contributi ulteriori messi a disposizione dal Comune di Bari in favore di una serie di associazioni, quindi si tratta di un percorso molto più ampio e composito che si avvale anche dell’esperienza del Tavolo comunale LGBTQI+ e che ha visto anche il riconoscimento dell’UNAR per quanto fatto fin qui. Questo servizio, che abbiamo voluto finanziare per quattro anni a garanzia di una continuità degli interventi, porta con sé un valore culturale e politico che riguarda la vita stessa delle persone e che abbiamo voluto riconoscere attraverso l’inserimento del centro nel Piano sociale di zona dei prossimi tre anni. Ovviamente le azioni messe in campo rispondono a pieno titolo alle finalità del primo Piano cittadino a contrasto delle discriminazioni di genere”.
“Una progettualità diventa servizio nel momento in cui vi è una visione a lungo raggio, che quindi prescinde dai tempi della politica: in questo caso possiamo parlare di una scommessa vinta dall’assessorato al Welfare – ha proseguito Francesco Elia -. Quella che è nata come candidatura a un progetto UNAR è diventata infatti una realtà operativa grazie al lavoro del tavolo di co-progettazione composto da soggetti istituzionali e del mondo dell’associazionismo competenti e qualificati. Il Centro Antidiscriminazioni comunale, con il quale concorreremo al nuovo bando UNAR, può contare su risorse pari a 40mila euro l’anno per i prossimi tre anni”.
“In questo primo anno di attività, accanto alle attività di consulenza degli sportelli, le azioni principali hanno riguardato la comunicazione, la formazione e la sensibilizzazione: è importante, infatti, che i cittadini conoscano l’esistenza del centro e dei servizi che offre – ha concluso Marika Massara -. Per quanto riguarda la formazione, grazie alla collaborazione dell’Università Aldo Moro, abbiamo promosso un corso ad hoc che intendiamo riproporre anche l’anno prossimo per raggiungere una platea sempre più ampia di destinatari. Abbiamo anche lanciato un questionario, di cui stiamo elaborando i dati, per sondare la percezione dei partecipanti sulla popolazione LGBT, ma ciò che possiamo senz’altro dire è che l’impegno di sensibilizzazione e formazione su questi temi va mantenuto e rafforzato se consideriamo che il 30% degli intervistati esprime ancora stereotipi e pregiudizi, specie sulle famiglie omogenitoriali e sull’omosessualità dei figli. Il nostro impegno si è concentrato anche sul mondo della scuola con l’obiettivo di sensibilizzare i più giovani a una cultura rispettosa delle differenze e delle diverse identità di genere. Sappiamo bene che il lavoro da fare è ancora tanto ma crediamo di essere partiti con il piede giusto”.
Avviato nel mese di marzo 2022, il Centro ha diversi sportelli e spazi di ascolto territoriali che rappresentano un presidio in tutti i quartieri. Attualmente gli sportelli sono attivi, oltre che nell’Università degli studi Aldo Moro e nel Politecnico, anche nei Centri servizi per le famiglie di Japigia, Torre a Mare, Carbonara, San Pio.
Nell’ultimo anno il Centro ha realizzato una serie di interventi finalizzati a sensibilizzare la cittadinanza attraverso campagne di comunicazione sociale e dal basso da un lato e, dall’altro, a offrire competenze specifiche agli operatori del settore. Tra questi vi è il percorso formativo, realizzato da marzo a maggio, rivolto alle studentesse e agli studenti, agli operatori del welfare cittadino, agli assistenti sociali e agli operatori delle istituzioni pubbliche e private. Il corso, finalizzato a favorire una migliore conoscenza del fenomeno e delle modalità di presa in carico e orientamento delle vittime e di chi esprime un bisogno e/o una richiesta di aiuto, ha visto il coinvolgimento di 110 persone.
Parallelamente diverse attività sono state rivolte agli studenti e alle studentesse delle scuole primarie e secondarie cittadine, in particolare i laboratori sul tema delle discriminazioni e bullismo omofobico hanno visto il coinvolgimento di 450 giovani di età compresa tra 11 e 17 anni e 150 adulti tra docenti e genitori.
Tra le attività di sensibilizzazione realizzate vi sono anche la creazione di uno spot video in collaborazione con il Big Gender festival (https://www.facebook.com/bigfilmfestival/videos/410777127937816) e di un murales sul tema delle discriminazioni raffigurante Raffaella Carrà. Con la partecipazione dei cittadini e delle cittadine, degli operatori e delle operatrici è stato inoltre redatto un manifesto contro le discriminazioni promosso e divulgato attraverso i canali social.
Al fine di consolidare la rete è stato inoltre sottoscritto un Protocollo d’intesa tra il Comune di Bari e le istituzioni pubbliche e private, associazioni, enti non profit, strutture e servizi welfare per la crescita di una cittadinanza attiva e solidale fondata su una riflessione comune che promuova una cultura della nonviolenza basata sul rispetto della dignità umana e sulla valorizzazione delle differenze attraverso azioni sistemiche e integrate rivolte all’intera città e a tutti/e i cittadini/e, piccoli/e e grandi, per mezzo di una pluralità di azioni.
L’equipe del Centro Antidiscriminazioni dell’assessorato al Welfare del Comune di Bari, con la supervisione del professor Alessandro Taurino del Dip. FOR.PSI.COMdell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, ha realizzato anche un breve sondaggio al fine di valutare gli atteggiamenti nei confronti delle persone LGBT+.
Il sondaggio è stato inviato a tutti i servizi di welfare, alle Università e divulgato mediante i social media; hanno risposto in totale 408 persone. Il riscontro ottenuto dal sondaggio ha permesso di rilevare dati significativi sulla necessità di lavorare ancora in favore dei diritti LGBTQI+ e sul contrasto a stereotipi e pregiudizi.
È possibile contattare il Centro Antidiscriminazioni chiamando il numero tel. (H24) 328 8212906 o scrivendo a centroantidiscriminazionibari@gmail.com o attraverso le pagine social Facebook Centro Antidiscriminazioni Bari ed Instagram Centro Antidiscriminazioni Bari.
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