18 Settembre 2024 - Ore
Economia

C’è spazio per una nuova ‘economia attiva’ per il nostro Paese

"Qualsiasi cosa produciamo però, dobbiamo saperla "dire"

Il mio lavoro mi conduce quotidianamente in percorsi impervi e mi fa approdare in conversazioni che disegnano la situazione socio economica del Paese.
La parola crisi è inflazionata e per quanto sia di fatto il male del nuovo millennio, mi domando sempre più spesso da cosa sia realmente causata.
Se è vero che la politica economica mondiale ha fatto molti danni è anche vero che l’imprenditore medio italiano (e pugliese non di meno) ha dato il colpo fatale alla sua situazione.
Chiunque di noi sia andato a fare una passeggiata all’estero si è reso conto, senza troppi sforzi, che il livello medio delle attività commerciali si presenta con una cura ed un’attenzione nettamente superiore alla nostra. Certo, noi siamo dei produttori di eccellenza, ma non degli imprenditori ugualmente abili. Se in Belgio le panetterie si presentano come piccole gioiellerie e il prodotto viene presentato in modo tale da risultare irrinunciabile, dalle nostre parti impera la credenza pressapochista che basti avere un locale, e forse una vetrina. Non tutti sanno che ogni prodotto, di qualsiasi settore, necessita di una presentazione e che prevede in sé un’esperienza. Oltre al fatto che bisogna saper comunicare i plus di brand o di prodotto. Tutto questo per i commercianti che sposano la teoria che basti fare il prodotto è una lingua sconosciuta. Così, senza seguire i trend di mercato e le congiunture di comunicazione, senza innovare e fare strategia, le vetrine di spengono, le porte di chiudono, le azienda falliscono. Qualsiasi cosa noi produciamo dobbiamo essere in grado di saperla DIRE.
Quindi, tutto sommato, forse dirò una cosa antipatica, ma sono convinta che la desolazione commerciale ed economica non provenga solo dalla pressione fiscale e dalla cattiva politica di questo Paese, ma, in parte dalla poca lungimiranza di chi fa il mestiere dell’imprenditore – piccolo o grande che sia – o del commerciante. Sempre di più vengo contattata da persone che si sentono inermi, che hanno praticato il “fai da te” per troppo tempo: proprio nel momento di crisi la promozione e la comunicazione delle proprie attività è fondamentale per risalire la china. Ma non basta. Bisogna farlo bene. Non affidare la propria comunicazione online al cugino che lo fa per hobby e che lo fa gratis, non inventarsi un logo e farlo realizzare da qualcuno che “bazzica” su photoshop. La comunicazione, il brand solution sono un’arte che garantisce competenza e correttezza delle azioni. Nulla parte dal gusto personale, ma dai dati d’impresa. Tutto converge nel disegno personalizzato ed efficace per ogni attività. Poi lo sappiamo: tanto spendi, tanto hai. E non stupiamoci se non siamo in grado di fare la differenza e se c’è sempre qualcuno che arriva prima di noi.
La rivoluzione di questo Paese deve partire dal basso, dalle menti e dall’energia di chi crea l’economia attiva.
Qualcuno un tempo scriveva che la Poesia sta nei Fatti. Bene, condivido e aggiungo che tra il dire ed il fare c’è di mezzo il FARE. E soprattutto il fare bene.

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