Mentre il presidente del Consiglio Renzi sta volando negli Usa, Michele Emiliano dal palco della Fiera del Levante ha già assestato tre-quattro colpi destinazione Palazzo Chigi. Ad esempio: “Mi sarebbe piaciuto andare a New York a festeggiare la Pennetta e la Vinci”, dice il governatore, “ma il mio dovere qui me lo impedisce”. Applauso fragoroso della platea (non eccessiva nelle presenze). Aggiunge: “Sforzi per rimediare agli errori e alle mancanze della riforma delle Province”, (norma che porta la firma dell’allora ministro delle Regioni Del Rio). Poi un’altra esibizione stilistica: “La nostra terra è motivo d’orgoglio, nessun disfattismo e niente gufi”, va giù pesante Michele Emiliano.
Dunque il presidente della Regione Puglia si prende tutta la scena nel giorno della cerimonia inaugurale della 79esima edizione della Fiera del Levante di Bari. La Campionaria, all’ultimo istante, viene disertata da Matteo Renzi. Il premier ha preferito omaggiare la Puglia in altro modo, ovvero celebrando il successo di Flavia Pennetta (da Brindisi) e Roberta Vinci (da Taranto) arrivate una contro l’altra agli Us Open.
Una scelta che in mattinata scatena polemiche. Dal palco della Fiera il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti risponde: “E’ doveroso che il Presidente sia al fianco di Flavia e Roberta. Le polemiche sono ridicole”.
C’è un po’ di pepe, dunque, in una giornata che si svuota di contenuti, causa l’assenza del premier in Puglia. Eppure le premesse c’erano tutte. Renzi nei giorni scorsi aveva incasellato Michele Emiliano nella lista degli avversari interni al suo partito. Emiliano, dal canto suo, aveva già pronta la contraerea: un ricorso alla Corte Costituzionale al provvedimento della “Buona Scuola”; il no alle trivellazioni nell’Adriatico e al gasdotto Tap a Melendugno.
Quest’ultimo è l’argomento che scatena la reazione dei sindaci in sala. Quando De Vincenti chiarisce che per il Governo l’opera è prioritaria, i primi cittadini del Salento, arrivati numerosi dal tacco d’Italia, e assiepati tutti assieme in un angolo della sala, abbandonano la cerimonia mentre il rappresentante del governo sta parlando. Una protesta che fa rumore, che rende più compatto un fronte che vede schierato con i territori anche il presidente della Regione.
C’è un feeling particolare tra Emiliano e i suoi ex colleghi che indossano la fascia tricolore. Le rivendicazioni di Emiliano a Roma sono diverse e raccolgono l’interesse dei sindaci. Patto di Stabilità, per esempio. Il governatore piazza un’altra stoccata a Renzi. Riceve l’applauso più forte della giornata. “Attendiamo che la promessa del Governo di esentare i cofinanziamenti dal rispetto del Patto di Stabilità sia immediatamente mantenuta”.
Nel resto dell’intervento di Emiliano ci sono diversi buoni propositi: il rilancio dell’Acquedotto Pugliese (la cui concessione governativa scade nel 2016), l’introduzione di un “reddito di dignità”, il finanziamento delle Start Up (sulla base di un modello americano fatto di interventi pubblici e accolti poi dai privati), la lotta alla Xylella (“può diventare un grande investimento”), lo sviluppo di Grottaglie (“farne un grande hub logistico utilizzando la piastra del freddo a fini agricoli”), parità di accesso al credito e l’auspicio del Frecciarossa per Milano che parta anche da Lecce.
Temi che trovano in buona parte d’accordo De Vincenti. Il sottosegretario elenca le cose fatte dal governo Renzi. “Sono qui non a portare promesse ma fatti. Dobbiamo ancora migliorare”, spiega dopo aver ricordato l’abbassamento Irap per le imprese e le future manovra sulla riduzione del carico fiscale. Per De Vincenti “il Mezzogiorno non è un deserto ma un terreno di forte crescita, ha grandi potenzialità di ripresa.
Come? De Vincenti non lo spiega, perché i dettagli del famoso Masterplan annunciato da Matteo Renzi sono rimandati ad altra occasione. Oggi c’è la finale di tennis tutta pugliese. E’ un giorno di festa, ovviamente. Ma la festa passa.