11 Novembre 2025 - Ore
Istruzione

Come cambia la ‘Buona Scuola’, D’Onghia: ‘più diritto allo studio’

Intervista alla senatrice pugliese, sottosegretaria al MIUR

Con l’approvazione nei giorni scorsi dei decreti attuativi della legge 107/2015, la cosiddetta “Buona scuola”, è stata portata a compimento la riforma del sistema scolastico. Ma allora come cambierà la scuola a partire dall’anno prossimo?

Lo abbiamo chiesto alla sottosegretaria al MIUR, senatrice Angela D’Onghia.

 I provvedimenti approvati contribuiscono a migliorare il sistema di istruzione del nostro Paese fornendo a tutti gli studenti pari opportunità di accesso alla conoscenza, una formazione qualificata sempre più vicina a standard ed obiettivi internazionali e strumenti adeguati per costruire il proprio futuro. Entrando nel dettaglio una particolare attenzione è stata posta al diritto allo studio. Tra i punti più significativi del provvedimento l’esonero a partire dall’anno scolastico 2018/2019 delle tasse scolastiche per gli studenti del 4° e del 5° anno della scuola secondaria di secondo grado in base alle fasce ISEE.


Con la “Buona scuola” quali sono le misure di sostegno per migliorare la qualità della vita degli studenti?

Tra le misure sono da segnalare un fondo da 10 milioni di euro per sussidi didattici riservati a studenti con disabilità, un fondo per le borse di studio, con un finanziamento di 30 milioni nel 2017, 22,4 nel 2018 e 39,7 dal 2019, 10 milioni per favorire il comodato d’uso di libri di testo (valido per il 2019 e 2020) e 2,5 milioni l’anno a partire dal 2017 per servizi e strumenti didattici, anche digitali, per venire incontro all’obbligo scolastico degli alunni ricoverati in ospedali.


Maturità e accesso alla formazione. Cosa cambierà?

La nuova maturità a partire dal 2019 prevede 2 scritti invece di 3, 40 crediti invece di 25 al percorso dell’ultimo triennio, attività di alternanza scuola-lavoro e prove Invalsi, quali requisiti di ammissione all’esame. Tra le nuove regole invece per diventare insegnanti sono previsti concorsi banditi ogni 2 anni. Chi li supera effettuerà un percorso triennale di formazione con retribuzione. Alla fine del quale con valutazione positiva si accede alla cattedra.


Insomma più formazione per i docenti, inclusione per gli studenti disabili, concorsi a cadenza regolare. Eppure le critiche mosse alla “Buona Scuola” non mancano. Come lo spiega?

Negli ultimi mesi le Commissioni parlamentari hanno presentato pareri ed osservazioni dopo un ampio lavoro di ascolto delle parti. Con insegnanti, genitori, sindacati e studenti abbiamo cercato, pur tra posizioni diverse, di trovare soluzioni condivise. Certo di strada ce n’è ancora da fare, ma con l’approvazione degli 8 decreti si pone al centro dell’attenzione lo studente e si valorizza la crescita umana della persona. Il lavoro in questa direzione ci consentirà di avere una scuola  eccellente nella formazione e quel giusto slancio per entrare nel mondo del lavoro.

Non siamo un’amministrazione sorda e siamo sempre disposti ad ascoltare e a collaborare perché solo insieme possiamo effettuare il rilancio del sistema scolastico. 

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