Una guerra tra poveri, è questo quello che sta diventando la vita economica ed industriale del Sud Italia ed ahimè la nostra Puglia non fa eccezione.
Una regione che da essere considerata la “Lombardia del Sud”, “la porta dell’Europa sul Mediterraneo”, oltre a tanti altri iperbolici appellativi, lentamente sprofonda nelle sabbie mobili.
Sabbie mobili fatte di polemiche tra parti politiche incapaci di progettare il futuro infrastrutturale della nostra terra, con parlamentari che dimenticano i proclami di campagna elettorale e usano le loro energie per insultarsi e se ci riescono anche a spintonarsi, dove amministrazioni comunali sono impegnate in guerre sterili con famiglie imprenditoriali che dalla loro non fanno nulla affinchè ciò non accada o ancora peggio dove le risorse per l’ordinaria amministrazione sono trovate con accertamenti fiscali sparati nel mucchio con motivazioni che dire arbitrarie è dire poco.
Uno stato di guerra continua dove tutti si scontrano con tutti e lo fanno non tanto per chissà quali nobili ragioni ma semplicemente per spartirsi una torta che è sempre più piccola.
C’è bisogno di una pace sociale tra politica e cittadini, tra Stato ed imprese, tra fisco e contribuenti, tra maggioranza ed opposizione, tra ambientalisti e cementificatori, tra cattolici e laici. Insomma una pace generale.
E’ indispensabile che ci si metta tutti assieme a trovare soluzioni condivise che facciano crescere la nostra regione e il nostro Paese. Perché o è così o la prossima azienda o famiglia che andrà in difficoltà potrebbe essere, se non lo è già stata, la nostra.
Non capire questo significa auto condannarsi alla peggiore sorte e a quel punto non potremo limitarci a dare la colpa ad altri.
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