Sono trascorsi 1332 giorni dal 15 febbraio 2012. Da quando Salvatore Girone e Massimiliano Latorre i due fucilieri della Marina militare Italiana imbarcati sulla petroliera italiana Enrica Lexie, furono fermati ed arrestati con l’accusa di aver ucciso due pescatori durante un’operazione di pattugliamento di antipirateria nelle acque Indiane. Si avvia in questo modo un “caso” internazionale delicato e difficile. Italia e India tra incongruenze e contraddizioni, udienze rinviate, appuntamenti diplomatici mancati,dubbi ed incertezze, non sono ancora arrivate ad una soluzione.
Il giornalista Toni Capuozzo nel suo libro/inchiesta “Il segreto dei marò”, ricostruisce i passaggi fondamentali di tutta la vicenda interrogandosi su tanti aspetti non chiari che riguardano l’accusa.
Testimonianze discutibili, perizie balistiche dubbie, accertamenti e sopralluoghi eseguiti in modo frettoloso, ma anche errori commessi come quello di aver pagato un risarcimento alle famiglie dei pescatori uccisi; un gesto che può essere stato interpretato come una sorta di “ammissione di colpa”.
Insomma tante incertezze, contrasti e lentezza della giustizia, ma una verità: ci sono due persone che hanno avuto la loro vita stravolta ed insieme ad essi le rispettive famiglie.
Due professionisti che hanno sempre lavorato onorando la patria, senza mai venir meno ai propri doveri o alla parola data anche nella triste vicenda che li ha coinvolti (infatti sono sempre rientrati in India dopo i permessi ricevuti dal governo durante la loro detenzione “anche quando forse lo stesso governo indiano sperava che non lo facessero” commenta Capuozzo) e che proclamano dal primo giorno la loro assoluta estraneità per quello che è accaduto.
Toni Capuozzo racconta di aver conosciuto Latorre (in missione a Kabul) “mi fu assegnata una scorta e lui era a capo di questa; di lui mi hanno colpito la pacatezza di carattere, la grande professionalità, e la riservatezza con la quale svolgeva il suo compito una persona corretta, non un Rambo come purtroppo spesso è stato definito insieme al suo collega Girone”.
Dei “Marò” si è discusso tanto, ci sono innocentisti e colpevolisti ma la domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi è: perché non dovremmo credere alla loro innocenza?
L’incontro si è svolto presso il centro Didattico della Libreria 2000 di Andria in collaborazione con l’associazione culturale “Corte Sveva”. Ha dialogato con l’autore il giornalista Vittorio Massaro.
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