31 Maggio 2023 - Ore
Istruzione / Sviluppo e Lavoro

Ripensare alla storia in classe, a Bari Ernesto Galli della Loggia (VIDEO)

Una ricerca ed un convegno sulle metodologie di insegnamento della storia

Ci mancava che anche la storia fosse in crisi. Ma in questo caso non parliamo di euro o finanze allo sfascio. Qui mancano le basi, le fondamenta necessarie per fare della storia e del suo insegnamento, qualcosa che la faccia tornare ad essere materia di valore nella scuola, e magari non la solita lezione ereditata di anno in anno con i soliti testi scolastici.
Chi ha prodotto il declino della storia? Una risposta l’ha data il professor Ernesto Galli della Loggia in una “lectio magistralis” all’Università di Bari.
“Il suo declino Ë legato all’assenza di un progetto politico”, spiega lo storico ed editorialista del Corriere della Sera dal convegno “La storia e la scuola. Senso e metodi di un insegnamento” organizzato nell’ambito di un progetto articolato che vede in partnership le Università di Bari e Macerata e il ministero della Pubblica Istruzione.
“L’insegnamento della storia nell’istruzione pubblica si affaccia nell’Ottocento quando la formazione dello Stato Nazionale necessitava di un consenso di massima”, dice Galli della Loggia.
In quell’epoca si sentiva, insomma, il bisogno di “costruire e insegnare un passato che formasse i giovani all’identità nazionale”.
Esaurita questa fase, spiega il professore, il sapere legato attorno alla storia è entrato in crisi.
E ora dunque il compito di ogni istituzione accademica o della scuola in generale è rinverdire i metodi dell’istruzione ma anche avere la consapevolezza di un rilancio dell’insegnamento della storia tra i banchi.
Per questo, auspica la professoressa Loredana Perla dell’Università di Bari, tra le animatrici dell’incontro nell’aula magna (a cui ha partecipato anche il rettore di Bari, Antonio Uricchio) “bisogna fare una riflessione costruttiva sulla mediazione didattica”, oppure chiedersi – come fa il professor Luca Gallo (del direttivo Cirse, il Centro italiano per la ricerca storico-educativa), “quale modello adottare di fronte ad un mondo multiculturale”.
Dunque nuovi schemi didattici (anche se per Galli della Loggia più che di metodi si tratta di rinnovare una certa passione verso la materia, si veda il video) e nuove forme di mediazione tra i fatti storici e le sue interpretazioni “perchè la storia insegnata nell’accademia universitaria non riesce più ad entrare nelle aule delle scuole”, secondo Loredana Perla (si veda video).
Una risposta a questi problemi arriva da una ricerca alla quale hanno collaborato le Università di Bari, di Macerata, il Miur, l’Ufficio scolastico regionale della Puglia (presente il dirigente Donato Marzano) e che poggia anche sulle pratiche ordinarie di insegnamento illustrate nel corso del convegno dai dirigenti scolastici Antonio D’Itollo e Mariella Denatamaro, ma anche dai docenti universitari Antonio Brusa, Riccardo Pagano, Angela Carbone, Vittoria Bosna e Franca Pesare.

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