Giro di in incontri in Puglia per Giovanni Impastato, fratello di Peppino, giornalista e attivista antimafia ucciso a Cinisi il 9 maggio 1978. Il minore dei fratelli di una famiglia mafiosa siciliana che ha cercato e trovato il riscatto incontrerà, giovedi 11 novembre alle ore 12, gli studenti dell’istituto comprensivo “Duse – Don Bosco” a Bari. Non a caso è stata scelta una scuola che compie la sua opera educativa nel quartiere Libertà uno dei più difficili dal punto di vista socio – economico, nel quale i giovani sono facile preda della malavita locale. Lo spunto per il dialogo sarà il nuovo libro di Giovanni Impastato “Mio fratello. Tutta una vita con Peppino”, edito da Libreria Pienogiorno.
Un racconto colmo di pagine inedite e di particolari mai rivelati, che si dipana a partire da un comune della città metropolitana di Palermo, Cinisi, e da una famiglia di agricoltori legati alla mafia locale: il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, e suo cognato, Cesare Manzella, ucciso in un attentato, era il capomafia del paese, uno dei boss che per primi individuarono nel traffico di droga il nuovo strumento di accumulazione di denaro e potere.
È in questa famiglia che nasce Peppino, e cinque anni più tardi anche Giovanni, dopo che un altro fratello che portava lo stesso nome era morto ancora piccolissimo. È da qui che si sviluppa la vicenda rivoluzionaria, drammatica, coraggiosa e libera del ragazzo destinato a diventare il più contagioso degli attivisti della lotta antimafia.
Una storia che non si interrompe affatto con l’uccisione di Peppino, ma che continua per altri quarant’anni intrecciandosi a quella del nostro Paese, e disvelandone spesso complicità e opacità. Quella storia Giovanni l’ha vissuta tutta, camminando con Peppino ben oltre i cento passi che per convenzione distanziavano la loro casa da quella di Gaetano Badalamenti, ’u ziu Tano.
Invecchiando, lui sì, mentre Peppino, suo fratello maggiore, restava per sempre ragazzo. Ma quei passi ora sono diventati milioni.
Durante l’incontro, organizzato con la collaborazione dello Spi Cgil Bari e Labsus, il laboratorio per la sussidiarietà, interverranno lo studente attivista Gianfranco Bonasora, Antonio Fanelli presidente dell’associazione Mama Dunia, Alessandro De Mario segretario generale dello Spi Cgil Bari e Gerardo Marchitelli dirigente scolastico. La professoressa Annalisa Fusaroli ha curato la preparazione dell’evento coordinando il lavoro preparatorio con i ragazzi.
“Finalmente dopo tanto tempo – dice entusiasta Giovanni Impastato – si ritorna in presenza, una vera emozione incontrare i giovani e continuare quello che avevamo interrotto per i motivi ben noti. Oggi è importante non fermarsi e trasmettere il messaggio di Peppino, soprattutto fra i nelle scuole. La giustizia sociale, la lotta per l’ambiente, l’antimafia, l’impegno politico e culturale, per non parlare dei diritti civili sono una priorità assoluta. Peppino – continua – esprimeva i valori umani e portava avanti queste battaglie di civiltà e di democrazia. La nostra era una famiglia mafiosa e lui con la sua rottura si è reso libero da questa oppressione, pagando un prezzo altissimo. Raccontare questa storia soprattutto in Puglia, una regione molto sensibile a queste tematiche, significa contribuire a dare una svolta necessaria per il cambiamento. Purtroppo anche la Puglia non è immune dal pericolo mafioso considerando quello che sta succedendo nel Foggiano. Proprio per questo non dobbiamo rimanere indifferenti e nemmeno essere rassegnati. Dobbiamo essere presenti, attivi sempre alla ricerca della verità. Voglio ringraziare – conclude – i miei compagni di viaggio che hanno organizzato questa mia presenza a Bari”.
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