Continua il processo a Trani che vede imputato il presidente di Bnl Luigi Abete, l’ex vice Sergio Pietro Erede e l’ad, nonché direttore generale, Fabio Gallia. Gli indagati sono accusati di aver indotto dei funzionari locali dell’azienda di Malo di Corato a proporre contratti speculativi ai clienti. In una nota citata oggi però, la Bnl sottolinea che “il contratto derivato stipulato non aveva alcuna funzione speculativa ma era di copertura di un finanziamento di 3 milioni di euro a tasso variabile ed ha permesso al cliente di trasformare il suo indebitamento da tasso variabile in tasso fisso ad un costo più basso di un equivalente tasso fisso di mercato pro tempore, con ciò determinando minori oneri per il cliente stesso”. “Si precisa – conclude la banca – che il coinvolgimento delle funzioni apicali della Banca sembra derivare esclusivamente da ipotesi di responsabilità per asserito omesso controllo, che sembrano sconfinare in una responsabilità oggettiva inammissibile in sede penale. Si confida che la correttezza dell’operato della Banca sia confermata dall’Autorità Giudiziaria”.
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