“… E domenica prossima le prime querce del «bosco sociale urbano» saranno piantate nel terreno della ex caserma Rossani. Da lunedì, estirparle sarà difficile per chiunque. Perché «nessuna quercia è abusiva», si può dire parafra- sando lo slogan kantiano delle migrazioni planetarie: «Kein Mensch ist illegal», nessun essere umano è illegale.
Ieri, nella libreria Sociale Pavlos Fyssas della caserma Rossani, insieme all’autore hanno discusso l’architetto Arturo Cucciolla, voci del collettivo e il sociologo e scrittore Leo Palmisano. Quest’ultimo che ha posto l’attenzione sull’importanza di riempire gli spazi cittadini di contenuti. “Il mio è un discorso che non riguarda solo l’ex Caserma Rossani, ma che va oltre, che intende uscire anche dai confini di Bari, soprattutto nell’ottica futura di una città metropolitana. È indispensabile – ha sostenuto Palmisano – rendere pubblici determinati luoghi che dovrebbero esserlo, ma che al contrario non lo sono affatto, come il Politecnico e il Polivalente. Il Politecnico di Bari, ad esempio, rappresenta per gli studenti un luogo di studio e bivacco, mentre per i professori rappresenta un luogo di insegnamento, ma anche una sede dove poter costruire le proprie trame di potere”. Tornando poi all’ex Caserma Liberata, Leonardo Palmisano ha aggiunto: “Non dobbiamo decidere adesso e in modo definitivo quale sarà lo scopo della Rossani, piuttosto possiamo realizzare un progetto flessibile, work in progress, coinvolgendo i baresi ed evitando che anche questo luogo diventi la sede di puri interessi privati. Concludo dicendo che – ha poi dichiarato Palmisano – ai nostri figli non possiamo e non dobbiamo offrire una sottocultura nè il sistema del ricatto nel mondo del lavoro”. La prefazione di “Diario Rossani” è di Pasquale Martino.
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