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Sarebbe compatibile con il dna del 35enne Antonio Colamonico quello trovato sotto le unghie di Bruna Bovino, la 29enne italo-brasiliana uccisa lo scorso 12 dicembre nel centro estetico che gestiva a Mola di Bari. Lo hanno rivelato fonti vicine agli ambienti giudiziari baresi all’indomani del deposito in Procura della consulenza disposta dall’aggiunto Lino Giorgio Bruno e dal sostituto Antonino Lupo. Nella lunga relazione vengono descritti gli esiti degli accertamenti comparativi sul dna. Il consulente nominato dalla Procura ha infatti verificato la compatibilità, risultata positiva su due dei circa 10 reperti, fra il dna dell’indagato e le tracce biologiche trovate sul luogo del delitto non appartenenti alla vittima, sangue, capelli, unghie e ogni altro campione repertato nel centro estetico e sul corpo di Bruna Bovino. L’uomo è indagato a piede libero per l’omicidio della donna. Gli investigatori sono risaliti all’identità del presunto assassino grazie all’incrocio dei dati scientifici con i tabulati telefonici e, in particolare, con le ultime chiamate effettuate il 12 dicembre.