Fonti Ansa riferiscono che: “nell’udienza del 10 febbraio alla Corte suprema di New Delhi, il giudice Chauhun ha ascoltato la pubblica accusa, che ha confermato la richiesta dell’applicazione della legge per la repressione della pirateria (Sua act), e la categorica opposizione ad essa da parte dell’avvocato della difesa italiana Mukul Roahtgi”. Il giudice ha deciso per un rinvio al 18 febbraio. Durante il dibattimento è stato anche chiarito che nelle intenzioni del governo il Sua act dovrebbe essere applicato senza una specifica richiesta di pena di morte.
La notizia del rinvio è stata appresa da Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che si trovavano con il ministro della Difesa Mario Mauro, giunto in India la notte scorsa.
A questo punto non è escluso che l’Italia possa decidere di ricorrere al Tribunale internazionale Onu del diritto del mare di Amburgo, per chiedere una composizione internazionale sul caso. La mossa potrebbe essere resa pubblica già questa mattina, insieme a quella del ritiro per protesta l’ambasciatore a New Delhi Daniele Mancini. Una mossa certamente provvisoria visto che a Delhi di un ambasciatore d’Italia c’è bisogno, poiché il caso continuerà a trascinarsi ancora per molto tempo.
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